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de capacità di penetrazione anche presso le classi inferiori, dove viene

riadattato alle diverse potenzialità economiche e dove può fare presa

grazie alla sua capacità di offrire una risposta alla necessità di autoso-

stentamento della famiglia contadina. Lo dimostra la diffusione del pos-

sesso di un edificio isolato nella campagna anche presso i patrimoni fon-

diari meno cospicui: se nel 1488 oltre un quarto di tali edifici fa parte

di patrimoni aventi un’estensione inferiore alle 10 giornate, nel 1510

tale quota sale a oltre il 40 per cento e a più dei due terzi se riferita ai

patrimoni compresi entro le 25 giornate.

Cor toc i r cu i t i ve rba l i e s t rut tur e ma t e r i a l i .

Tectum

,

benna

,

cassina

,

grangia

,

domus

sono i termini più ricorrenti

per definire i punti di

habitat

sparso della campagna torinese. Appare

certamente necessario tentare di dare un significato più preciso a tali

termini, cercando di ricollegarli a precise tipologie materiali, anche se

questo è un terreno estremamente insidioso per la fondamentale ambi-

guità e vischiosità del vocabolario. Si consideri soltanto questa sequen-

za di definizioni tratte dagli estimi: «tectum seu benna», «domus seu

tectum», «tectum seu cassina», «cassina seu stabiaria», «grangia seu

cassina», «domus seu grangia». A livello verbale è qualcosa di equiva-

lente alle impossibili creazioni di Escher. Le tipologie sfumano l’una en-

tro l’altra e le denominazioni tradizionali sono insufficienti a rendere

conto delle realtà in movimento. Occorre pertanto uno studio attento e

paziente delle centinaia di attestazioni presenti negli estimi per riuscire

a ricavarne notizie attendibili

132

.

Il termine che viene più frequentemente utilizzato negli estimi è

tec-

tum

. Almeno in origine esso doveva avere funzioni strettamente agri-

cole, quale deposito di attrezzi, fienile, magazzino di raccolta, ed esse-

re costituito da una struttura di colonne lignee coperta di paglia

133

. Per

tutto il

xv

secolo e l’inizio del

xvi

questa semplicissima struttura è sen-

za dubbio la più diffusa a Torino.

Con la seconda metà del Quattrocento appaiono perfezionamenti e

consolidamenti, via via più numerosi. Le colonne lignee di sostegno pos-

sono essere sostituite da pilastri in muratura, il tetto, anziché coperto

di paglia, può essere coperto di tegole e le pareti stesse possono essere

L’economia e la società

473

132

Sull’evoluzione e la diffusione della terminologia relativa all’

habitat

sparso, cfr.

r. comba

,

Cultura materiale e storia sociale nello studio delle dimore rurali

, in «Archeologia medievale»,

vii

(1980), pp. 9-20;

id

.,

Metamorfosi di un paesaggio rurale

cit., pp. 151-61, 190-94.

133

ASCT, Nuova 1488, f. 25

v

: «cum uno tecto super columpnis boschi»; Pust. 1488, f. 74

v

:

«cum uno tecto hedifficato ad colompnas sine muriis».