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Ins ed i amento i nt e r ca l a r e e forme d i conduz i one

d i t i po mezzadr i l e : l a ma s s e r i a .

Pur fra numerosi indizi che suggeriscono l’idea di un’agricoltura to-

rinese legata principalmente a forme di conduzione relativamente arcai-

che, caratterizzate da lunghe durate dei contratti e da canoni fissi, la pre-

senza di un certo numero di contadini che conducono terre appartenen-

ti a un solo proprietario, tanto da venire comunemente identificati con

il termine di «masoerius» del proprio padrone, è ampiamente testimo-

niata nelle fonti torinesi fin dal Trecento. Benché l’assoluta mancanza di

contratti agrari dell’epoca impedisca una ricostruzione documentata del

tipo di rapporto instaurato fra le parti, si è supposto che il massaro fos-

se legato al proprietario da un contratto di affitto a breve termine, con

canoni parziari o comunque assai onerosi, tale da giustificare il fatto che

l’imposta reale esatta per mezzo degli estimi ricadesse interamente sullo

stesso proprietario

126

. Perché un rapporto di tale natura possa conside-

rarsi di tipo mezzadrile, però, manca ancora un elemento fondamentale:

l’appoderamento e la conseguente possibilità da parte del padrone di for-

nire al massaro e alla sua famiglia un’azienda agricola compatta com-

prendente anche una cascina in cui risiedere e in cui ricoverare gli ani-

mali, i raccolti e le sementi. Tutto ciò, come si è visto, non è realizzabi-

le se non allorché, a partire dai primi decenni del Quattrocento, giungono

a maturazione da un lato nuove situazioni geopolitiche che garantiscono

una maggiore sicurezza del territorio suburbano, mentre dall’altro i pro-

cessi di ricomposizione fondiaria consentono di organizzare i possedi-

menti in unità funzionali a nuove forme di conduzione.

L’arbitraria selezione operata dal tempo sulle fonti, insieme proba-

bilmente con la consuetudine di stipulare i contratti agrari in forma ora-

le

127

, rende estremamente rare le testimonianze scritte di tali contratti.

Particolarmente interessante è pertanto un atto dell’ottobre 1485 con

il quale i due fratelli Giovanni Antonio e Giovanni Francesco Scaravelli,

affittano per sette anni a un «masoerius» di Grugliasco, Antonio Iorlu-

ti, un podere di oltre 80 giornate, composto principalmente di arativo

e di prato, accorpato intorno a una cascina, in cambio di un fitto fisso,

parte in denaro e parte in natura, e di lavori di miglioramento sul fon-

do, consistenti in particolare nell’ampliamento dell’alteno

128

. Si tratta

L’economia e la società

471

126

Cfr.

barbero

,

Un’oligarchia urbana

cit., pp. 119-21.

127

Cfr.

ibid.

, p. 121.

128

AST, Corte, Paesi per A e B, Torino, mazzo 6, n. 34.