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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
mento sulle modalità di conduzione che sono associate alle aziende ap-
poderate, citando la presenza di massari e coloni. Viene così chiarito un
punto che le fonti torinesi, di natura prevalentemente fiscale o delibera-
tiva, lasciano solitamente soltanto trasparire.
Nello stesso tempo i Ranotti procedono alla creazione di una nuova
azienda agricola, in regione Madonna di Campagna, incentrata sull’ara-
tivo e sull’alteno. In essa edificano una grangia che, ad ulteriore con-
ferma della continuità delle forme insediative poderali, nel Settecento
farà bella mostra di sé in quasi tutta la cartografia torinese sotto il no-
me de «La Ranotta»
114
.
Per terminare la panoramica sugli sviluppi insediativi del territorio to-
rinese, resta da dire delle aree immediatamente adiacenti alla cerchia mu-
raria. Proseguendo la tendenza già annunciata nell’estimo del 1464, in-
torno alle porte cittadine torna a formarsi un tessuto paraurbano di bor-
ghi. Rinascono i borghi che già in secoli precedenti sorgevano nei pressi
di Porta Segusina e Porta Doranea, da cui si dipartono le strade princi-
pali, senza escludere Porta Marmorea, centro di un traffico eminente-
mente locale
115
. Oltre ad essi comincia ad assumere un certo rilievo l’in-
sediamento che va sorgendo lungo la strada che conduce verso il ponte sul
Po. Si tratta inizialmente di poche case, costruite su terreni appartenen-
ti alla «confratria pontis Padi», incaricata della manutenzione di questo
che è il principale ponte cittadino e a questo scopo dotata di un discreto
patrimonio fondiario
116
. Al fine di valorizzarli, questi appezzamenti su-
burbani sono stati lottizzati favorendo la nascita di piccoli poderi, nei qua-
li gli affittuari hanno costruito e abitato sei case, un tetto, e una
cassina
117
,
costituendo così il nucleo originario di quel borgo di Po che continuerà a
svilupparsi fino agli interventi di risistemazione del primo Ottocento.
Nuove d i r e t t r i c i d i sv i l uppo .
L’ulteriore e prepotente sviluppo dell’
habitat
sparso che si verifica a
cavallo fra Quattro e Cinquecento non soltanto comporta un infitti-
mento degli insediamenti precedenti, ma anche tocca aree fino ad allo-
114
ASCT, Nuova 1488, f. 59
v
.
115
Cfr.
s. benedetto
,
Paesaggio, popolazione e società nella Torino del Quattrocento
, Torino
1983-84, dattiloscritto presso ASCT, pp. 109-14;
bonardi
,
L’uso sociale dello spazio urbano
cit.,
p. 144.
116
Cfr.
v. audisio
,
Quattro secoli di vita del vecchio ponte della porta di Po a Torino. Genesi e
primordi del ponte di pietra Vittorio Emanuele I che lo ha sostituito
, in «Torino. Rassegna mensile
della città»,
cvi
(1936), pp. 1-7.
117
ASCT, Dor. 1488, ff. 6
v
, 7
r
, 34
v
, 35
v
, 46
r
, 77
r
, 114
r
, 137
v
.