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mus

di cui una dotata di bottega,

lobie

e portico e oltre 36 giornate di

terreno. Negli anni Quaranta del secolo, mentre il Botalli denunciava

all’estimo il possesso di una decina di giornate di terra e di una gualchiera

costruita grazie ai diritti acquisiti dagli eredi di Oddone de Berno, il Ga-

lesio era ormai proprietario di un patrimonio nove volte più vasto. Gio-

vanni Perrachinoto invece, che aveva investito capitali cospicui in una

società con Lorenzo Tari di Chieri, stava acquisendo i beni del fratello e

dichiarava all’estimo un patrimonio fondiario crescente: dalle 17 alle 39

giornate di terreno. Il Galesio, per parte sua, era ormai proprietario di

90 giornate di terreno. Ambedue erano poi stati chiamati a far parte del

consiglio comunale e avevano ricoperto più volte l’ufficio di clavario «pro

populo». Il Galesio, infine, aveva ottenuto pure l’ufficio di guardaro-

biere ducale, «segno che, nonostante i limiti della ripresa, la produzione

tessile torinese offriva nuovamente a qualche imprenditore più abile e

fortunato eccezionali possibilità di arricchimento e di ascesa sociale»

151

.

Negli anni seguenti tale politica di incentivazione dell’immigrazione

artigiana, rivolta anche al settore dei fustagni, ottenne risultati discreti,

anche se non sempre fu sorretta da concessioni di finanziamento, come

avvenne nel caso del tintore Ottolino Solaro di Milano accolto come

ha-

bitator

nel settembre 1426, a cui venne concessa soltanto un’esenzione

decennale dagli oneri personali. A incrementare le richieste di poter im-

migrare a Torino, talora giudicate eccessive e probabilmente non accol-

te, era però soprattutto la promessa di sovvenzioni comunali

152

. Per esa-

L’economia e la società

479

151

a. barbero

,

Un’oligarchia urbana

, Roma 1995, pp. 149 sgg. (la citazione a p. 150), per tut-

ti i personaggi citati;

benedetto

,

Macchine idrauliche

cit., pp. 180-82;

id

.,

Paesaggio, popolazione

e società

cit., Appendice, pp. 43, 54, 63. B. Perrachinoto:

r. comba

,

L’economia

, in questo stes-

so volume, pp. 147-48, testo corrispondente alle note 98-100. F. Botalli: ASCT, Pust. 1436, ff.

62

v

-63

r

(casa e 6,16

g.te

); Pust. 1442, f. 98

r

(casa in Borgo San Donato e 8

g.te

); Pust. 1445, f.

104

r

(casa, 10,50

g.te,

gualchiera); Pust. 1453, f. 83

r

(casa, 13,16

g.te,

paratorium

); CCT, rot. 92

(acquisto dei diritti a costruire tale gualchiera concessi a Oddone de Berno il 19 maggio 1424: cfr.

bracco [

a cura di],

Acque, ruote e mulini

cit., II, pp. 271-72). G. Galesio: ASCT, Dor. 1428, f.

8

v

; Dor. 1436, ff. 5

v

-7

r

; Dor. 1442, ff. 8

r

-11

r

(casa con bottega sulla piazza del mercato, più al-

tre cinque case e quasi 120

g.te

di terreno); Dor. 1445, f. 11

r

; Dor. 1453, f. 11

v

(tre case di cui

una con bottega, due

domuncule

e 102

g.te

di terreni). G. Perrachinoto: ASCT, Dor. 1428, ff.

7

v

-8

r

; Dor. 1436, f. 9

r

; Dor. 1442, ff. 6

r

-8

r

(casa con bottega, altra in comproprietà con la mo-

glie, 17

g.te

di terreno, mezza

ressia

, una gualchiera e un cospicuo capitale investito in società con

Lorenzo Tari di Chieri); Dor. 1445, f. 9

r

; Dor. 1453, f. 14

r

(due case, di cui una con bottega, 41

g.te

di terra e nessuna macchina idraulica; tutore anche dei beni dei figli del fratello Pietro, che

possedevano in tutto mezza giornata di vigna).

152

Ottolino Solaro: ASCT,

Ordinati

, 63, ff. 199

r

-200

r

;

r. roccia

,

Un documento sull’introdu-

zione dell’arte serica a Torino

, in

Cultura e società nell’Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi

, II, Ro-

ma 1988, p. 718, nota 6. Richiesta «nimis excessiva» fu giudicata il 5 aprile 1427 quella del drap-

piere Ludovico Vacotto di Moncalieri, di cui non si conosce l’esito. Né lo si conosce di quella, avan-

zata lo stesso giorno, da «Piasentinus draperius commorans in Pignerolo» che chiedeva di esercitare

a Torino «artem draperie et lanaterie» e di quella presentata il 29 giugno 1426 dal drappiere Ber-