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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

Le ragioni che indussero Filippo di Savoia a scegliere Pinerolo come

sede della sua signoria sono state cercate nelle non buone condizioni sia

di sicurezza esterna che Torino avrebbe offerto a causa dei limitrofi do-

mini monferrini, astigiani e chieresi, sia di sicurezza interna per le ac-

cese lotte tra fazioni che si erano svolte e si svolgevano in città, ma è

certo da credere che pesassero soprattutto il ricordo della prigionia pa-

tita pochi decenni prima da Tommaso di Savoia proprio fra le mura di

Torino, e le difficoltà di esercitare il necessario controllo sui poteri co-

munale e vescovile, ancora ben forti, e sulle realtà sociali che li soste-

nevano

77

. Non è da escludere che a tali valide ragioni si debba aggiun-

gere anche la mancanza di un edificio adeguato ad ospitare abitualmen-

te il signore, i suoi funzionari e gli eventuali ospiti di passaggio.

Negli oltre vent’anni che intercorrono fra la presa di potere di Fi-

lippo di Savoia e il 1317, anno in cui egli decise la costruzione di un nuo-

vo castello, sono documentati nel castello «vecchio», a partire dai pri-

mi anni del Trecento, soltanto piccoli lavori di manutenzione indispen-

sabili per mantenerlo in efficienza, soprattutto per la piccola guarnigione

che abitualmente vi risiedeva; a tale scopo fra 1290 e 1292 vengono, ad

esempio, ricoperti i tetti di «case» e torri, e in seguito rifatti i ponti le-

vatoi. Ma la fortezza sembrerebbe innanzitutto una prigione in cui so-

no detenuti (come accadeva anche per la Porta Segusina) «ladroni e ma-

landrini». Sappiamo, in specie, che nel 1301 un bandito, arrestato a Chi-

vasso, prima di essere impiccato, venne tenuto «in castro Taurini» per

una ventina di giorni. Si conoscono però anche riparazioni operate fra

1314 e 1315 alla «sala maggiore»

78

, le quali provano quindi l’esistenza

di più sale adatte a civile abitazione, ed è da presumere, infatti, che il

castello servisse anche da alloggio al signore durante le non frequenti vi-

site benché le fonti, in quei casi, si limitino a ricordare la sua presenza

«apud Taurinum» senza precisazioni ulteriori.

Tra febbraio e novembre del 1295, nel primo anno del suo governo,

Filippo fu a Torino otto volte soggiornandovi a convito con un certo nu-

mero di ospiti, per periodi che vanno da un minimo di uno ad un massi-

mo di nove giorni. Tra i convitati figurano innanzitutto le autorità reli-

giose della città, come il vescovo di Torino e il precettore di Sant’Anto-

nio di Ranverso, dai quali viene a sua volta ospitato; troviamo poi alti

77

datta

,

Storia dei principi

cit., I, pp. 27-28;

gherner

,

La frequentazione del «Castrum Porte

Phibellone»

cit., p. 27.

78

Rispettivamente:

rondolino

,

Il castello

cit., p. 4;

telluccini

,

Il palazzo Madama

cit., pp. 21-

22;

gabotto

,

Asti e la politica sabauda

cit., p. 185.