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L’edificio – nonostante i lavori di ampliamento avvenuti negli anni

1317-20 e poi ancora un secolo più tardi – rimase sempre insufficiente

per ospitare a lungo un numero elevato di persone

80

, e tanto più doveva

esserlo prima del 1317 nella sua costituzione «originaria».

Si capisce quindi che l’edificio fosse utilizzato da Filippo «come se-

de militare e diplomatica piuttosto che come residenza di carattere cor-

tese». In esso si svolsero innanzitutto i contatti che il principe intratte-

neva con i cittadini stessi di Torino e con le autorità ecclesiastiche lo-

cali, e poi con i vassalli e gli officiali gravitanti nella zona. Di particolare

importanza per la vita cittadina dovette essere il pranzo del 27 novem-

bre 1295 cui presenziarono tutti «de partibus Sylorum et de Ruvore»,

i componenti, cioè, delle due fazioni spesso in lotta fra loro, e che allo-

ra, probabilmente, il principe riuscì a pacificare. In altri casi Torino si

mostra sede propizia per incontrare cittadini astigiani e i signori del Ca-

navese, aree alle quali Filippo tendeva ad allargare il suo dominio, men-

tre ragioni militari lo spingono a soggiornare in Torino durante le osti-

lità con il marchese di Monferrato. L’intrattenersi della maggior parte

degli ospiti illustri ricevuti si deve invece ad occasioni dal principe non

sollecitate, ma conseguenti al fatto che la città si trova su una strada di

traffico internazionale

81

.

Se la scelta di fissare la sede in Pinerolo venne suggerita, come si ri-

tiene, anche dal pericolo delle lotte di fazione, che fra

xiii

e

xiv

secolo

continuavano a insanguinare Torino non pare tuttavia che il castello di

Porta Fibellona abbia mai dovuto fronteggiare sommosse espressamen-

te rivolte contro il principe, come invece accadde nel 1298 proprio a Pi-

nerolo. Si sa di una pesante multa inflitta a un cittadino torinese il 20

maggio 1312 per aver pronunciato «verba iniuriosa» contro Filippo (pe-

raltro assente), ma fu comunque un fatto isolato. Dopo la pacificazione

tra le fazioni dei Sili e dei Borgesi, avvenuta nel 1295, si conosce l’esi-

stenza di insicurezza in città a causa di «inimicitias capitales» correnti

tra i cittadini solo nel 1319, con risse che vennero sedate, ancora una

volta, dalla mediazione del principe

82

.

Le funzioni del vecchio castello di Porta Fibellona, in quanto centro

del potere signorile sulla città, non superarono quindi, che si sappia, l’or-

dinaria amministrazione.

La città e il suo territorio

37

80

gherner

,

La frequentazione del «Castrum Porte Phibellone»

cit., pp. 40-41.

81

Per le espressioni fra virgolette e le considerazioni finali cfr.

ibid.

, pp. 44-45. Il convito del

principe con i Sili e i della Rovere è registrato da

gabotto

,

Asti e la politica sabauda

cit., p. 604.

82

Ibid.

, rispettivamente pp. 159, 368;

cognasso

,

Storia di Torino

cit., p. 150;

a. barbero

,

Un’oligarchia urbana. Politica ed economia a Torino fra Tre e Quattrocento

, Roma 1995, pp. 310-11.