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béry, Aimone di Piossasco, che si era trovato al fianco della duchessa, e

che questa iniziativa della piazza allarma assai più della rissa nella cat-

tedrale

280

.

In entrambe le occasioni non si fa alcuna menzione delle autorità mu-

nicipali, che appaiono del tutto incapaci di arginare la violenza; la par-

tita si gioca fra gli organismi di governo insediati a Torino dal duca, la

cui autorità è di fatto vanificata dalla mancanza di mezzi, e la piazza ca-

peggiata dall’abate. E dunque l’Abbazia degli Stolti appare bensì come

un’organizzazione rappresentativa della comunità, ma non necessaria-

mente manovrata dall’alto, e l’ordine ch’essa si sforzava d’imporre non

va inteso in senso meramente repressivo; occorrerebbe conoscere più a

fondo le dinamiche politiche e sociali della città cinquecentesca per sta-

bilire se il sodalizio non sia divenuto, in occasioni come queste, lo stru-

mento di ambizioni personali, come in verità lascia intravedere la car-

riera di qualche abate, ma non c’è dubbio che almeno in qualche misu-

ra esso giunse altresì a incarnare una coscienza cittadina ribelle, in egual

misura, ai burocrati ducali e al governo oligarchico.

(

a. b.

)

L’economia e la società

539

280

soffietti

,

Verbali del «Consilium cum domino residens»

cit., pp. 96 sgg.;

segre

,

Documen-

ti

cit., doc. 57.