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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
L’ambiente di Amedeo VIII era infatti aperto, tramite il ducato di
Borgogna, alle novità dei Paesi Bassi, ed è un punto finora meno sotto-
lineato. Nel 1433 Filippo il Buono aveva incluso nei suoi domini l’Olan-
da e la Zelanda e aveva collezionato miniature dei Paesi Bassi in linea
con le novità delle immagini religiose. Grazie a quelle svolte, la cultura
del gotico internazionale aveva trovato una strada alternativa rispetto
alle consuete delicatezze formali della scuola di Parigi, passate come un
filo conduttore ben riconoscibile nelle eleganze entrate in Boemia e nel-
la scuola di Colonia, in parallelo alla raffinatezza estenuata delle figure
elaborate dal Maestro di Heiligenkreuz, circa il 1410. Un parallelo sin-
tomatico era emerso per tempo con l’
Annunciazione
del primo tempo di
Jaquerio, con particolari in linea con le miniature francesi degli anni di
Carlo V che si ritrovano accanto agli elementi lombardi e veronesi nel-
le
Storie di sant’Antonio
affrescate a Ranverso.
Altre iconografie avrebbero puntato sui temi del Cristo sofferente,
e resteranno un itinerario fisso a partire dal
Cristo - Uomo dei dolori
di
Meister Francke, circa il 1430, ora Amburgo, Kunsthalle, e dalla sua
Flagellazione
, nello stesso museo, circa 1424, intessuta di espressioni-
smo eloquente. A questo capitolo che rinnovava le immagini religiose
con un segno impegnato a coinvolgere la predicazione e le pratiche de-
vote con un grado autentico, si ricollegherà la
Salita al Calvario
di Ran-
verso. E qui torna l’aggancio agli archetipi figurativi emersi con Jac-
quemart de Hesdin, attivo alla fine del Trecento, interprete geniale del-
la pittura senese, e
trait d’union
essenziale anche per Meister Francke,
come dimostra la sua
Salita al Calvario
ora al Louvre
232
.
Con queste basi diramate, il risultato jaqueriano approderà a Ran-
verso a un intreccio di grande significato, alternando nella sagrestia mo-
delli lombardi e veronesi per l’
Annunciazione
, l’
Orazione nell’orto
e nel-
la volta con gli
Evangelisti
, orientati verso il gusto elegante tipico del go-
tico internazionale, le sue delicatezze cromatiche, ancora legate a
Michelino da Besozzo, fissando a contrasto, nella
Salita
, il realismo ac-
ceso delle comparse di un teatro a formato naturale, sottolineato e ur-
lante, nella sicura compattezza del nuovo timbro coloristico.
L’iconografia religiosa era stata orientata con sicurezza verso ag-
giornamenti diramati, e lo dimostra ancora Jaquerio con alle tavole de-
dicate alle
Storie di san Pietro
, il santo oggetto di culto caro alla corte
e agli stati sabaudi; il riferimento è ai due dipinti fregiati di uno stem-
ma appartenente all’abate benedettino del monastero di San Pietro al-
232
Cfr. il capitolo in
bialostocki
,
L’arte del Quattrocento
cit.