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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Se per l’oratorio di corte era di casa il miniatore Bapteur, per San-

t’Antonio di Ranverso tutto era in mano a Jaquerio. Qui le immagini

inauguravano un colloquio aperto, e si faceva strada un segno diretto,

un grado parlato che sceglieva grandi scene per l’affresco, ben oltre il

formato a racconto miniaturizzato, tipico dei libri d’ore.

Per parte sua Jaquerio continuava con l’affresco e in parallelo con la

scultura, innestando un cantiere diramato che raggiungerà Torino, Chie-

ri, Avigliana, Pianezza, Pecetto, dove i modelli e i cartoni del maestro

avrebbero divulgato un nuovo modo di intendere la pittura religiosa co-

me autentica immagine di vita

219

.

Si riconosce in questo senso la svolta che aveva visto Jaquerio nel pri-

mo tempo «diletto pittore» del principe d’Acaia, e poi coinvolto da Ame-

deo VIII per divulgare un programma dove l’arte era specchio della

«nuova devozione», aderente al nuovo progetto politico.

In questo ambito Jaquerio segna una sfida allo stile in atto alla cor-

te. Impegnato a Ranverso con gli Antoniani, è presente negli stessi an-

ni nel clima rigorista che lo portava nel 1430 a Ginevra a testimoniare

in favore del predicatore Battista da Mantova, da lui giudicato «uomo

di Dio, di dottrina buona, vera e santa», degno di essere seguito anche

dopo la morte

220

. Il segno del suo realismo ha radici in queste posizio-

ni; di qui la scelta di immagini come i

Profeti

, inseriti in finestre esat-

te, a bordo prospettico, una gigante predella biblica, sottostante l’af-

fresco con la

Madonna in trono

. È una robusta identificazione escato-

logica fissata in un formato ormai lontano da quello dei codici miniati;

una presenza diretta, staccata dalle divagazioni del gotico cortese; il

tutto a una data oltre la

Madonna in trono

e agli affreschi con le

Storie

di sant’Antonio

. Per i

Profeti

tornano i confronti con Claus Sluter e con

la scultura borgognona, con preferenze per panneggi semplificati e vol-

ti forti, gesti robusti, essenziali, a lume radente; una chironomia pro-

tagonista che inaugurava un nuovo modo per comunicare e testimo-

niare, per inserire tutti quanti in qualità di spettatori-attori. Era l’ot-

tica moderna inaugurata nel 1406 ad apertura del secolo nella scultura

di Sluter, con le immagini bibliche del

Pozzo di Mosè

, il

Pozzo della Vi-

ta

, alla certosa di Champmol, Digione. La robustezza icastica scaval-

cava le punte elitarie del gotico internazionale, offerte dell’immagina-

rio di André Beauneveu, e collimava con una situazione percorsa dal

219

Cfr.

brizio

,

La pittura in Piemonte

cit.;

griseri

,

Jaquerio e il realismo gotico

cit.; schede e

bibliografia in

castelnuovo

e

romano

(a cura di),

Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale

cit.,

pp. 383-464.

220

Cfr.

binz

,

Les prédications «hérétiques»

cit., pp. 15-34.