

la Novalesa, (1398-1452)
233
, raffiguranti il
San Pietro salvato dalle ac-
que
e
San Pietro liberato dal carcere
, ora Torino, Museo Civico. Anco-
ra risaltano gli accostamenti all’area lombarda, in linea con l’
Orazione
nell’orto
della sagrestia di Ranverso, con attenzione a un’iconografia
che emergerà nel 1444 nell’altare di Konrad Witz per la cattedrale di
Ginevra, con le stesse scene.
La presenza di Bapteur negli anni di Ludovico di Savoia.
Per gli anni che vedono nel 1439 il passaggio di Amedeo VIII a Ri-
paille, conta la presenza di Bapteur, documentato tanto per la commit-
tenza di Amedeo VIII come per il figlio Ludovico di Savoia. I pagamenti
sono indirizzati a Bapteur, attivo come regista per disegni di costumi
per feste e mascherate, volute da Ludovico e da Anna di Cipro, con una
ricchezza di particolari che orientano verso la sequenza dei
Prodi
e del-
le
Eroine
nella sala baronale del castello della Manta, una campionatu-
ra precisa, strettamente legata all’arte di corte.
Con il colpo d’ala del capolavoro, la pittura cortese rimanda in que-
sta sala baronale, alla fonte dello
Chevalier Errant
di Tommaso III di Sa-
luzzo, che nel 1390 a Parigi aveva rinsaldato l’alleanza franco-saluzze-
se e si era inserito tra i cultori più raffinati della poesia e della filosofia
umanistica. Il ritorno aveva visto Tommaso III in contrasto con il prin-
cipe Amedeo di Savoia Acaia, e perciò imprigionato nel castello di To-
rino. Qui aveva scritto il suo testo, imperniato in un ideale itinerario di-
retto alla reggia di Amore, nel regno della Fortuna, guidato da Espé-
rance e da Travail, fino all’approdo nell’ostello di Dame Connaissance,
per meditare sulle asperità della vita, sulle illusioni, sui beni che porta-
no alla salvezza
234
.
La vita e le istituzioni culturali
685
233
Cfr.
castelnuovo
e
romano
(a cura di),
Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale
cit., pp.
164-66, scheda critica, con bibliografia precedente e il riferimento cronologico al primo periodo di
Jaquerio (1410-15), ricollegandosi, oltre ai dati stilistici, alla ricerca araldica condotta da Guido Gen-
tile che ha riconosciuto lo stemma degli Aschieri di Giaglione, presente nella tavola con il donato-
re in abito monacale, individuato come Vincenzo Aschieri, abate della Novalesa, dal 1398 al 1502.
234
La bibliografia relativa ai temi storici-letterari alla base degli affreschi del castello della
Manta è stata riunita in
carità
(a cura di),
Le arti alla Manta
cit.; per la fortuna critica moderna in
particolare
r. passoni
,
La fortuna critica moderna degli affreschi della sala baronal
e,
ibid.
, pp. 83-94.
Il capitolo della Manta si è avvantaggiato in anni recenti delle ricerche relative all’analisi te-
stuale rapportata al testo
Le Chevalier Errant
, condotta da
m. piccat
,
Le scritte in volgare della fon-
tana di giovinezza, dei Prodi e delle Eroine
,
ibid.
, pp. 175-207, con la precisazione per le scritte di
«una evidente priorità cronologica intorno alla prima metà del Quattrocento su tutti gli altri esem-
plari messi a confronto, rappresentando in questo senso l’esemplare più fedele e vicino all’origi-
nale […]. Si tratta in effetti di un testo nel complesso variegato, diffuso nei paesi di Francia e Ger-
mania, non rapportabile come derivazione diretta all’opera di Tommaso III». Si torna così in po-
sitivo all’annotazione relativa al modello degli affreschi già nel castello del duca di Saxe, ripresi