

ne su questo capitolo d’eccezione, ancorato agli inizi alle punte alte del
tardo gotico, cresciuto con nuove aperture, in direzioni inedite, verso
gli anni che segneranno il passaggio al
xvi
secolo.
Per gli inizi è stato sottolineato come punto di riferimento essenzia-
le il risultato del manoscritto miniato dedicato alle
Ore di Ludovico di
Savoia
, Parigi, Bibliothèque Nationale, ms lat. 9473, e in parallelo la
svolta segnata dal manoscritto delle
Ore di Saluzzo
, conservato alla Bri-
tish Library, ms Additional 27697
247
. In questo esemplare è stato iden-
tificato, da Sheila Edmunds e da Anne van Buren
248
, ancora l’aggancio
con la cultura della generazione del 1440-50, identificando in alcuni fo-
gli la parte autografa del miniatore Peronet Lamy, permettendo di di-
mostrare come il seguito fosse stato completato dal Maestro delle Ore
di Saluzzo, impegnato dal 1460-70 a concludere le raffigurazioni con
uno stile personale, di nuova estrazione, perno decisivo per la ricostru-
zione critica di un fitto catalogo di opere, ora emerse nella loro impor-
tanza storica.
Con l’analisi delle
Ore di Saluzzo
si è così fissato l’itinerario stilisti-
co di tre diverse maestranze: dal plasticismo geometrizzante avviato dal
savoiardo Peronet Lamy, che rimanda ancora direttamente ai messali
ducali (al Messale di Felice V della Biblioteca Reale di Torino e a quel-
lo dell’Archivio di Stato di Torino), alle pagine moderne, luminose, del
Maestro delle Ore di Saluzzo, incaricato di procedere nel lavoro, con-
cluso in ultimo da una terza mano, attenta a rendere l’insieme omoge-
neo, completando le immagini con la ricchezza naturalistica dei bordi
marginali.
I manoscritti riuniti intorno a quest’esemplare hanno delineato una
direzione di cultura sul punto di trasformare il tipo del codice savoiar-
do cresciuto negli atelier sostenuti da Amedeo VIII, segnando una mo-
derna preferenza per il racconto, inserito in interni fortemente archi-
tettonici e nel taglio di paesaggi arricchiti in profondità.
La vita e le istituzioni culturali
693
pp. 35-44;
id.
,
Il Maestro della Trinità di Torino (Antoine de Lonhy)
, in
romano
(a cura di),
Primi-
tivi piemontesi
cit., pp. 190-209; sulla svolta segnata da Lonhy nella miniatura,
f. avril
e
n. rey-
naud
,
Les manuscrits à peintures en France, 1440-1520
(Catalogo della mostra), Paris 1993.
247
Cfr.
j. plummer
e
j. clark
,
The Last Flowering. French Painting in Manuscripts, 1420-1530
,
New York 1982, p. 56, n. 73;
c. gardet
,
Les Heures d’Aimée de Saluces, vicomtesse de Polignac, et
de Catherine d’Urfé sa fille. Aspects internationaux et évolution dans la peinture des Etats de Savoie au
xv
e
siécle, Ars Sabaudiae. De la peinture du Moyen Age en Savoie
, Annecy 1985. L’identificazione
del destinatario del manoscritto è stata discussa con varie ipotesi, per cui cfr.
avril
,
Le Maître des
Heures de Saluces: Antoine de Lonhy
cit., p. 30, n. 14, che ha sottolineato come la dama in preghiera
ritratta in f. 19 potrebbe essere Jolanda di Francia, sposa del duca Amedeo IX di Savoia, figlio e
successore di Ludovico di Savoia.
248
Cfr.
s. edmunds
e
a. van buren
,
Fifteenth Century Palying Cards and Manuscripts
, in «Art
Bulletin»,
lvi
(1974), p. 27, n. 6.