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pillari, sostenute con attribuzioni mirate, per cui è stato individuato un

catalogo folto e diramato. La stessa proposta attributiva per il

Breve di-

cendorum compendium

ha trovato una precisazione importante, da par-

te di Giovanni Romano, con un orientamento verso un artista come

Amedeo Albini, di Moncalieri, attivo dal 1451 al 1507 per pitture e mi-

niature

251

.

Tra le aggiunte fondamentali vanno ancora segnalati fogli isolati di

eccezionali qualità, presentati da François Avril con la precisa indica-

zione all’autografia del Maestro delle Ore di Saluzzo; così la pagina con

La Resurrezione di Cristo

, ora a Marsiglia, Musée Grobet Labadié, Inv.

G L. 2054

252

, che alterna prospettiva italianizzante e paesaggio fiam-

mingo in una singolare impaginazione diversa dal

Breve dicendorum

, do-

ve si distinguono in realtà i primi piani delle figure ricollegate alla ri-

trattistica lombarda, con il commento affidato ad ampi cartigli didasca-

lici e sfondi di cieli luminosi aperti al profilo delle Alpi.

Si rinnovavano i paradigmi iconografici, e lo verifichiamo confron-

tando il frammento di messale con

La crocifissione

, ora a Praga, Narod-

ni Galerie, ed altro con

Il Cristo in maestà

, in collezione privata a San

Francisco, che collimano con identici legami stilistici, come un dittico

stupendo

253

.

Risalta da questi capolavori la lezione dei grandi epigoni della prima

metà del

xv

secolo, attivi in Fiandra, da Jan Van Eyck al Maestro di Flé-

malle (Robert Campin), a Roger Van der Weyden, capaci di rinnovare

le trasparenze spaziali del paesaggio e concretare primi piani animati,

trovando una nuova psicologia della percezione per ritratti e panneggi

stupendi, con l’attenzione spregiudicata rivolta ad una nuova interpre-

tazione dalla realtà umana.

Altrettanto moderni gli elementi della decorazione marginale, che ri-

corre nei manoscritti del Maestro delle Ore di Saluzzo con volute vege-

tali opulente, inserite in un chiaro vocabolario formale, acceso nelle scel-

La vita e le istituzioni culturali

695

251

Cfr.

g. romano

,

Momenti del Quattrocento chierese

, in

m. di macco

e

g. romano

(a cura di),

Arte del Quattrocento a Chieri. Per i restauri del Battistero

, Torino 1988, pp. 24-25;

id.

,

Sur Antoine

de Lonhy en Piémont

cit., p. 38, fig. 12;

id.

,

Sugli altari del Duomo nuovo

, in

g. romano

(a cura di),

Domenico della Rovere e il Duomo nuovo di Torino

, Torino 1990, p. 268. Su Albini:

a. baudi di

vesme

,

Schede Vesme. L’arte, il Piemonte dal

xvi

al

xviii

secolo

, vol. I, Torino 1963, p. 1328;

l.

vergano

,

Un nuovo documento sul pittore Amedeo Albini

, in «Rivista di Storia, Arte, Archeologia

per le province di Alessandria e Asti»,

lxiii

(1954), pp. 73-74.

252

Il foglio di Marsiglia aiuta a procedere all’analisi di un repertorio iconografico cresciuto con

varianti significative dalle

Ore

del Maestro di Saluzzo a questi fogli staccati; ma anche a vagliare

momenti diversi all’interno di una cronologia che ancora deve essere precisata per l’opera di Lonhy.

253

Cfr.

r. benson

,

The Holford Collection, Dorchester House

, vol. I, Oxford 1927, p. 23;

avril

,

Le Maître des Heures de Saluces: Antoine de Lonhy

cit., p. 14, n. 32, e fig. 23, che fissa uno dei pun-

ti forti del catalogo dell’artista.