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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Si è giustamente sottolineato il plasticismo protagonista delle figu-

re, individuate nella prospettiva dei primi piani, con preferenze rico-

noscibili a partire dal manoscritto delle

Ore di Saluzzo

. Lo si riscontra

passando dal

Libro d’Ore

ora a New York, alla Pierpont Morgan Library,

ms 57, a quello ora a Baltimora, Walters Art Gallery, W 206

249

, e si trat-

ta di due esemplari che dimostrano come, accanto ai grandi manoscrit-

ti di commissione ducale, ci si orientasse verso tipologie di piccolo for-

mato, per una divulgazione rivolta ad altre fasce sociali, mantenendo

un’alta qualità nell’esecuzione.

Interessante che nel

Libro d’Ore

della Pierpont Morgan Library fos-

se stato introdotto nel calendario il san Massimo, vescovo di Torino,

che con il sant’Evasio denota per il manoscritto una destinazione pie-

montese. Si è così dimostrato l’aggancio alla cultura allora in atto nella

città sabauda, e su questa stessa linea è stato notato che nel catalogo del-

le opere attribuite al Maestro delle Ore di Saluzzo trova posto un cora-

le di sicura qualità storica e stilistica, il graduale domenicano ora a De-

troit, Institute of Fine Arts, dove risalta la collaborazione di uno scri-

ba italiano; ed è stato inoltre giustamente sottolineato come questo fatto,

con la presenza ai fogli 44 e 45 di un offizio raro, dedicato al Santo Su-

dario (

Sanctissimi Sindonis

), appoggi la provenienza dal convento dei do-

menicani a Torino; qui, nella capitale scelta da Emanuele Filiberto, nel

1578 era stata trasferita la Sindone

250

.

Questa testimonianza, che fissa l’attività in Piemonte di un artista

qualificato come il Maestro delle Ore di Saluzzo, si salda ad un altro tas-

sello importante, riconoscibile nel manoscritto miniato della Biblioteca

Nazionale di Torino, ms D. VI. 2, un piccolo trattato didattico, il

Bre-

ve dicendorum compendium

, commissionato nel 1477 da Jolanda di Fran-

cia, vedova del duca Amedeo IX di Savoia, per servire all’educazione

dei suoi tre figli, Filiberto, Carlo e Giacomo Luigi. Negli anni del con-

flitto tra la Francia e la Borgogna, desiderando sottrarsi alle pressioni

politiche del fratello Luigi XI, Jolanda aveva infatti vissuto a lungo in

Piemonte, e morirà a Moncrivello, presso Torino, nel 1478.

Le infiltrazioni della cultura proveniente dai manoscritti pionieri-

stici del Maestro delle Ore di Saluzzo si faranno sentire fortemente, ed

è un capitolo che si è di recente arricchito grazie ad analisi precise e ca-

249

Cfr.

avril

,

Le Maître des heures de Saluces: Antoine de Lonhy

cit., p. 12.

250

Dopo il passaggio della Sindone a Torino si era registrata una nuova attenzione per i rela-

tivi offizi, inseriti nei messali; così per quello che si ritrova come un’aggiunta tarda nel messale do-

menicano conservato a Chambéry, probabilmente composto appunto all’inizio del

xvi

secolo dal

domenicano Antoine Pennet per il duca Carlo III di Savoia, offizio di cui si conosce l’originale ora

alla Biblioteca Nazionale di Torino (ms E.IV.I), ricordato ancora da F. Avril.