

Mayer Van der Bergh, Anversa, riferita da Sterling all’atelier del Mae-
stro della Trinità di Torino.
Si è così acquisito un nodo essenziale, imperniato sul genere della
miniatura, che offriva alle aree di confine occasioni di scambi continui;
e lo dimostrano le varianti entrate nella pittura e nelle vetrate, con ri-
prese appuntate alle novità iconografiche più significative, o addirittu-
ra ancora per i codici miniati con versioni che indicavano le adesioni dei
copisti, indirizzati a diffondere esemplari pilota. È il caso dei mano-
scritti riscoperti a Toulouse, che hanno permesso a François Avril di fis-
sare una data precisa per il soggiorno in quella città, circa il 1460, del
Maestro delle Ore di Saluzzo, passato in seguito in Savoia e in Piemonte.
Nel corso di questa ricerca è emerso un dato risolutivo, il rinvenimen-
to nella lista degli artisti impiegati dal Capitolo della Cattedrale di Tou-
louse del nome di un artista miniatore, Antoine de Lonhy, pagato negli
stessi anni in cui era attivo il Maestro delle Ore di Saluzzo, per una
His-
toire
e per quattro vetrate destinate alla casa del Comune
255
. Parimenti,
nel 1460, ricorre un pagamento a Lonhy per vetrate destinate a Barcel-
lona alla chiesa di Santa Maria del Mar, e i contratti si susseguono tra
le due città fino al 1462. La ricostruzione critica è con questi elementi
approdata all’identificazione del Maestro delle Ore di Saluzzo e del Mae-
stro della Trinità di Torino con Antoine de Lonhy, appoggiandosi a una
nuova documentazione e ai confronti puntuali con le opere dei due mae-
stri citati.
L’itinerario dell’artista lo aveva portato in Piemonte, e nel 1462 è
documentato «habitator in villa de Villana in ducato Savoye diocesis
Taurinanxis, pro nunch vero degens Barchinone»
256
; divideva il suo sog-
giorno tra Torino e Barcellona, moltiplicando agganci che risulteranno
preziosi.
Non a caso, per un’opera rintracciata di recente, passata alla Galle-
ria Sabauda, la tavola con la
Pietà e san Francesco
, è stata documentata
la provenienza dalla cappella di Battagliotti, presso Avigliana, ed è un’ag-
giunta preziosa, pur nelle condizioni frammentarie dell’esemplare, che
presenta caratteri fortemente fiamminghi nel panneggio protagonista
257
.
E spetta forse anche al Lonhy, come ha suggerito Romano, il pagamen-
to per «mestre Anthoine pintre de mon dict seigneur (Amedeo IX), le
La vita e le istituzioni culturali
697
255
Cfr.
f. avril
,
Le Maître des Heures de Saluces: Antoine de Lonhy
cit., p. 24.
256
Ibid.
257
Cfr.
a. guerrini
,
La chiesa abbaziale di Novalesa. Cantieri conclusi, cantieri aperti
, in «Bol-
lettino d’Arte», serie VI,
lxviii
(1993), n. 80-81, pp. 163-77;
c. mossetti
,
Pittori del Quattrocen-
to tra Novalesa e Torino
, in
Ricerche sulla pittura del Quattrocento in Piemonte. Strumenti per la di-
dattica e la ricerca
, vol. III, Torino 1985, pp. 74-79, fig. 69-80.