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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

quel a pinté la lictière de ma dicte dame (Jolande de France) et (…) pour

illuminé dor et dasur un joat deschas de noyer», marzo 1466

258

.

Oltre a opere come il polittico nella chiesa parrocchiale della Nova-

lesa, riferito all’atelier di Antoine de Lonhy, e alla tavola con

La libera-

zione di san Pietro

, Aosta, Sant’Orso, il catalogo del pittore è stato arric-

chito con altre attribuzioni, tra cui

La sant’Anna

, del Duomo di Torino,

che ancora conferma il profilo coerente dell’artista e la sua educazione

franco-borgognona

259

.

Erano innesti decisivi che si intersecheranno con altri scambi, orien-

tati verso la Lombardia con il Foppa, verso la Liguria con Niccolò Cor-

so e Donato de’ Bardi, e vedranno a Torino l’arrivo delle opere di Mar-

tino Spanzotti e Defendente Ferrari. La cultura del Ducato sabaudo ave-

va conosciuto per tempo passaggi importanti, come quello di Hans Witz,

Johannis Sapientis, «pictor et verrerius de Alemania, habitator Cham-

beriaci», passato nel 1478 a Milano, dopo soggiorni appunto a Chambéry

e a Ginevra, pittore ducale di Bona di Savoia e di Galeazzo Sforza

260

.

Altre importanti segnalazioni documentarie per Nicolas Robert, attivo

a Chambéry, a Moncalieri e a Rivoli, pittore e maestro di vetrate per il

duca di Savoia

261

; il suo itinerario lo vede attivo a Lione e poi dal 1465

al 1486 al servizio dei duchi per bandiere, stemmi, regista per feste e

spettacoli; attivo per le pitture nell’oratorio di Jolanda di Francia nel

1472, è ricordato come abitante nel castello di Ivrea.

258

Cfr.

baudi di vesme

,

Schede Vesme

cit., vol. IV, Torino 1982, p. 1157, in

romano

,

Sur An-

toine de Lonhy en Piémont

cit., p. 42, n. 7.

259

Il risarcimento critico della tavola con la sant’Anna con la Vergine e il Bambino risale al

1977, in occasione della mostra

Valle di Susa

, che l’aveva esposta accanto alla

Trinità

e all’affresco

della

Pietà

parimenti conservati al Museo Civico di Torino, per cui cfr.

romano

(a cura di),

Valle

di Susa

cit., pp. 207-10; tra le prime attente segnalazioni per le opere della cattedrale,

e. olivero

,

La Sagrestia del Duomo e il beato Giovanni Orsini di Rivalta

, in «Il Duomo di Torino»,

xi

(1928),

n. 10, p. 8;

a. m. brizio

,

La pittura in Piemonte dall’età romanica al Cinquecento

, Torino 1942, pp.

59-60, con attribuzione per ambito spanzottiano; dal 1989 l’opera è entrata nel catalogo assestato

intorno al nome di Antoine de Lonhy; ancora va segnalata la discussione che l’ha orientata in una

cronologia circa il 1479-80, prossima alla serie degli affreschi con gli abati benedettini commissio-

nati da Giorgio Provana nella chiesa abbaziale della Novalesa, per cui cfr.

romano

(a cura di),

Pri-

mitivi piemontesi nei Musei di Torino

cit., p. 209.

260

Per «Ioanis de Sapientibus sabaudiensis pictoris insignis», ricordato così l’11 giugno 1478,

cfr.

f. malaguzzi valeri

,

Un pittore savoiardo ai servigi di G. Galeazzo Sforza

, in «Rassegna bi-

bliografica dell’arte italiana»,

vi

(1903), vol. I-III, pp. 12-13; il pittore era subentrato a Zanetto

Bugatto ed a Martin de Liège, che aveva collaborato con Nicolas Robert a Nizza.

261

Per Nicolas Robert importanti i documenti riuniti dal Vesme e ora in

baudi di vesme

,

Sche-

de Vesme

cit., vol. IV, pp. 1566-72; il pittore appare attivo a Chambéry, a Pinerolo, per la corte,

nominato «peintre et maître verrier» dal 1465, è attivo a Moncalieri e a Rivoli, in anni decisivi,

fino al 1508, che non possiamo chiarire in assenza delle opere. Per la generazione attiva in questi

decenni di passaggio, cfr. la folta documentazione riunita

ibid

. che ancora andrà ripercorsa capil-

larmente.