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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

Raffaello Brandolini che ne scrisse l’orazione funebre

274

; ancora chieri-

co presso la corte pontificia, ottenne il favore di Paolo II Barbo, che gli

concesse nel febbraio del 1469 l’aspettativa di qualsiasi beneficio va-

cante nelle diocesi di Torino e Aosta

275

. Non è escluso che i due fratel-

li, Cristoforo e Domenico, fossero sostenuti dal francescano Francesco

della Rovere di Savona, che nel 1461 aveva soggiornato presso il con-

vento di Chieri e aveva insegnato a Vercelli

276

. Non sono pochi quindi

gli anni romani di Domenico prima della elezione al soglio pontificio di

Sisto IV (1471); fin da principio doveva aver dimostrato la buona in-

dole, la modestia, la piacevolezza del carattere, che gli vengono ricono-

sciute anche dal Volterrano, e tratto profitto della temperie culturale in-

torno al papa veneziano. Il cardinale Pietro Barbo, ancora prima di sa-

lire al soglio pontificio, nutrì una vera passione per le arti preziose di

ogni epoca e tipo, glittica oreficeria numismatica, che collezionò avida-

mente per tutta la vita, dedicando la notte a contemplare e catalogare

le sue anticaglie nel palazzo di San Marco (ora palazzo Venezia) da lui

fatto costruire, modello precoce di architettura rinascimentale

277

. I due

Piemontesi dovevano essere già ben inseriti, quando nel 1471 venne

eletto Francesco della Rovere, di famiglia non nobiliare, il quale però

assunse lo stemma dei signori di Vinovo e immediatamente iniziò a col-

marli di titoli e prebende. Papa Sisto cerca parentele nobili, combi-

nando matrimoni tra i nipoti e varie famiglie signorili dell’Italia cen-

trale o distribuendo cariche e rendite ecclesiastiche sia ai suoi parenti

di sangue (Pietro e Girolamo Riario, Giuliano della Rovere, Raffaele

Riario, Girolamo Basso della Rovere) sia a quelli assimilabili come i due

della Rovere di Vinovo. Nel giugno del 1472 una lettera papale indica

Domenico come prevosto della Chiesa di Torino, mentre impone la con-

274

r. brandolini

,

Oratio de obitu Dominici Ruvere Sancti Clementis presbyteri cardinalis, Romae

in templo S. Maria de Populo ad patres et populum habita

, Roma 1501, Biblioteca Vaticana, Inc. Chi-

gi IV 1260;

c. tenivelli

,

Biografia piemontese

, decade IV,

i

, Torino 1789, pp. 101-94. Più di re-

cente, oltre al documentatissimo studio di

alessio

,

Per la biografia

cit., Cfr.

f. ch. uginet

,

sub vo-

ce

«Della Rovere, Domenico», in DBI, XXXVII, pp. 334-37.

275

AST, Camerale, Archivio Della Rovere - Delle Lanze, art. 594, mazzo 5, fasc. 210 men-

zionato da

quazza

e

pettenati

,

La biblioteca del cardinal

cit., p. 3;

s. pettenati

,

La biblioteca di

Domenico Della Rovere

, in

romano

(a cura di)

Domenico della Rovere e il Duomo

cit., p. 43.

276

g. carità

,

Il cantiere del Duomo nuovo di Torino

,

ibid

., pp. 218-19.

277

e. müntz

,

Les arts à la cour des papes pendant le

xv

e

et le

xvi

e

siècle

.

Paul II (1464-1471)

, Pa-

ris 1879;

r. weiss

,

Un umanista veneziano. Papa Paolo II

, Venezia-Roma 1958, pp. 33-48;

m. mi-

glio

,

Roma dopo Avignone. La rinascita politica dell’antico

, in

s. settis

(a cura di),

Memoria dell’an-

tico nell’arte italiana

, I.

L’uso dei classici

, Torino 1984, pp. 91-93;

c. franzoni

,

«Rimembranze d’in-

finite cose». Le collezioni rinascimentali di antichità

,

ibid

., pp. 299-360;

pettenati

,

Una commissione

romana

cit., pp. 116-17;

c. l. frommel

,

Der Palazzo Venezia in Rom

, Oplanden 1982;

id

.,

Fran-

cesco del Borgo, Architekt Pius II und Paulus II

, II.

Palazzo Venezia, Palazzetto Venezia und San Mar-

co

, in «Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte»,

xxi

(1984), pp. 71-164.