

segna dei canonicati di Torino e Mondovì e della parrocchiale di Vi-
novo; nel 1473 Domenico è menzionato come canonico della cattedra-
le di Torino, «prelato domestico», «prottonotario apostolico et came-
riere secreto di S. Santità»
278
. Raggiunse i massimi onori dopo la mor-
te precoce del fratello Cristoforo (11 febbraio 1478), perché il pontefice
gli trasferì i suoi titoli, compresi quelli di arcivescovo di Tarantasia, di
prefetto di Castel Sant’Angelo e di cardinale di San Vitale, che sarà
cambiato nel 1479 alla morte del precedente titolare, con quello di San
Clemente.
Oltre a varie rendite nei territori subalpini (Vinovo, Cherasco, Mon-
dovì, Rivoli), Domenico ebbe incarichi in area romana, quali la com-
menda dell’abbazia di Fossanova, il vescovato di Corneto e di Monte-
fiascone, che aumentarono la sua disponibilità finanziaria. Solo il 24 lu-
glio 1482 verrà nominato vescovo di Torino: sarà questa l’occasione di
tornare in patria, sia come legato pontificio presso Carlo I di Savoia, sia
per prendere possesso della diocesi tra il 23 luglio 1483, quando risulta
partito da Roma
279
, e il 3 maggio 1484, quando, dopo la morte di Sisto
IV, parteciperà al conclave che eleggerà il cardinale Cybo con il nome
di Innocenzo VIII. Il vescovo della Rovere entra solennemente in To-
rino il 3 dicembre 1483
280
. Dovette nascere in occasione di questo viag-
gio l’idea di donare alla diocesi una cattedrale costruita secondo i det-
tami della moderna architettura e decorazione, in Roma di cui era sta-
to partecipe fin dall’epoca della ricostruzione di Santa Maria del Popolo,
promossa da Sisto IV nel 1477: il papa aveva destinato a Cristoforo la
quarta cappella a destra entrando e a Domenico la prima a destra inti-
tolata a San Gerolamo. Dopo la morte del fratello, Domenico cedette la
quarta cappella al cardinale portoghese Giorgio Costa, mentre trasformò
la sua in un monumento celebrativo della famiglia e del fratello defun-
to, affidando pitture e sculture agli artisti più aggiornati dei cantieri si-
stini
281
. Appena preso possesso della sede, provvide la cattedrale di un
paramentale completo con le armi della sua famiglia e di quarantacin-
La vita e le istituzioni culturali
705
278
quazza
e
pettenati
,
La biblioteca del cardinal
cit., p. 657;
alessio
,
Per la biografia
cit., pp.
181-83.
279
uginet
, «Della Rovere, Domenico» cit., p. 335.
280
alessio
,
Per la biografia
cit., pp. 182-83.
281
Sui cantieri di Santa Maria del Popolo cfr.
r. cannatà
,
a. cavallaro
e
c. strinati
(a cu-
ra di),
Il Quattrocento a Roma e nel Lazio. Umanesimo e Rinascimento in Santa Maria del Popolo
(ca-
talogo della mostra), Roma 1981;
m. miglio
,
f. niutta
,
d. quaglioni
e
c. ranieri
(a cura di),
Un
pontificato e una città. Sisto IV (1471-1484
) (Atti del convegno, 3-7 dicembre 1984), Città del Va-
ticano 1986;
a. cavallaro
,
Pinturicchio a Roma. Il soffitto dei Semidei nel palazzo di Domenico del-
la Rovere
, in «Storia dell’Arte»,
lx
(1987), pp. 155-70.