Table of Contents Table of Contents
Previous Page  717 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 717 / 852 Next Page
Page Background

propriamente della cultura e della prassi dei cantieri romani dei papi

umanisti in cui la capacità tecnica iniziale degli artisti si innesta su un

linguaggio monumentale composito derivato dall’antico, assunto in ma-

niera globale, non periodizzato, ricuperando indifferentemente moduli

costruttivi, partiti decorativi, sculture figurate. Nella

Renovatio Urbis

di Sisto IV, riprende un ruolo di memoria pubblica e di celebrazione po-

litica l’epigrafe marmorea, l’iscrizione monumentale. Accanto ai tipi edi-

lizi che vengono elaborati per pontefici e cardinali (il palazzo, la chiesa

spesso annessa al palazzo, la villa suburbana), la rifondazione di Roma

come capitale della cristianità si manifesta con i «marmi» dei monu-

menti funebri e delle epigrafi, sia come parte del monumento, sia mu-

rata all’esterno degli edifici, di nuova costruzione, oppure antichi re-

staurati. All’epigrafe, intesa come lastra dalla sottile cornice, dove il te-

sto inciso in caratteri capitali era disposto con studiato equilibrio di righe

e di spazi, si ricorre anche nella pittura (basti pensare al famoso affre-

sco di Melozzo da Forlì (1477), celebrativo dell’apertura della Bibliote-

ca Vaticana) e nella decorazione dei libri: il padovano Bartolomeo San-

vito, ispirandosi all’antico, inventa modelli grafici, ornati, frontespizi,

impaginazioni che a loro volta servono da modello per la scultura mo-

numentale e la pittura

300

.

Meo del Caprina, a Roma dal 1464, durante il pontificato di Pio II,

lavora nel cantiere di palazzo San Marco per il cardinale Barbo, poi Pao-

lo II, e in molte delle imprese edilizie di papa Barbo (il palazzo Apo-

stolico e la loggia delle Benedizioni) per motivi ornamentali, cornici, fre-

gi di finestre e porte, camini. Non bisogna dimenticare che in questi

cantieri dove si elabora un linguaggio curiale ispirato alla romanità do-

mina Francesco del Borgo, architetto di Pio II e Paolo II, accanto a cui

si forma anche Giovannino de’ Dolci

301

. Le notizie su Meo si interrom-

pono nel 1473 fino al 5 gennaio 1491 quando, convocato al concorso

laurenziano per il completamento della facciata di Santa Maria del Fio-

re è dichiarato «absens», e quando è presente a Torino per i primi la-

vori del duomo

302

.

La vita e le istituzioni culturali

711

300

a. petrucci

,

La scrittura fra ideologia e rappresentazione

, in

Storia dell’arte italiana

, IX, To-

rino 1980,

i

, pp. 5-123 e in particolare pp. 17-23;

d. porro

,

La restituzione della capitale epigrafica

nella scrittura monumentale: epitafi e iscrizioni celebrative

, in

miglio

,

niutta

,

quaglioni

e

ranieri

(a cura di),

Un pontificato

cit., pp. 409-27; su Bartolomeo Sanvito cfr. gli aggiornamenti in

j. j. g.

alexander

(a cura di),

The Painted Page, Italian Renaissance Book Illumination 1450-1550

(catalo-

go della mostra, London - New York 1994-95), München 1994.

301

ch. l. frommel

,

Il cardinal Raffaele Riario ed il Palazzo della Cancelleria

, in

bottaro

,

da-

gnino

e

rotondi terminiello

(a cura di),

Sisto IV

cit., p. 74;

id

.,

Francesco del Borgo

cit., p. 150.

302

s. borsi

,

Meo del Caprina da Settignano, scalpellino

, in

danesi squarzina

(a cura di),

Maestri

fiorentini

cit., pp. 163-76.