

denza avviene per i cantieri romani e per il cantiere del duomo torine-
se. Questa fabbrica «romana» catapultata come una meteora nel duca-
to sabaudo, non ebbe la forza di modello esemplare che Domenico del-
la Rovere, principe della Chiesa, si proponeva anche se poté rafforzare
le scelte artistiche moderne in Piemonte, che passano precocemente at-
traverso i pittori
312
e i letterati umanisti come Pietro Cara e Filippo Va-
gnone, incaricato di ambascerie sabaude a Roma.
(
s. p.
)
9.
L’uso linguistico della città.
Il dinamismo della vita cittadina appare accelerarsi in concomitanza
con la nuova condizione di dipendenza diretta di Torino, come dell’in-
tero dominio del principato di Piemonte, dal ramo principale dei Savoia,
nella persona di Amedeo VIII, cui di recente era stato concesso dall’im-
peratore il titolo di duca. L’acquisizione di nuovi possessi e domini ter-
ritoriali comporta il passaggio da uno stato di marginalità, quale luogo
di frontiera rispetto a Chivasso monferrina, a quello di una relativa cen-
tralità dell’area di influenza sabauda. Ne è comprova la destinazione di
sede fissa del Consiglio ducale cismontano, che come organo ammini-
strativo e giudiziario eminente induce la presenza in città di funzionari
e collaboratori di varia provenienza, così come l’accedere ad essa di co-
loro che al Consiglio devono inoltrare le loro istanze e presso di esso so-
stenere le proprie ragioni.
Insieme a questo, con lo stabilirsi definitivo in Torino della univer-
sità, dopo le brevi peregrinazioni a Chieri e a Savigliano, la città assu-
me decisamente un ruolo di preminenza. Essa verrà sancita nel 1515 dal-
la elevazione della diocesi di Torino al rango di sede metropolitana, di-
staccandola da Milano.
È compito di coloro cui sono affidate le indagini sui singoli campi di
attività di illustrarne gli sviluppi e le crescite. Al nostro intento di valu-
tazione della condizione linguistica sono particolarmente rilevanti, oltre
alle già citate realtà istituzionali, il fenomeno della immigrazione, del cre-
scere degli scambi commerciali, il sorgere di nuove attività artigianali.
La vita e le istituzioni culturali
715
312
g. donato
,
Un episodio di committenza Della Rovere in Piemonte nel tardo Quattrocento: il cor-
tile del castello di Vinovo
, in
bottaro
,
dagnino
e
rotondi terminiello
(a cura di),
Sisto IV
cit., pp. 162-
66;
donato
,
Materiali
cit., pp. 341, 365;
c. bonardi
,
Castelli e dimore patrizie nel Torinese fra medioevo
ed età moderna
, e in particolare
ead
.,
Palazzi e vigne di un umanista: gli «opima predia» di Filippo Va-
gnone
, in
comba
e
roccia
, (a cura di),
Torino fra Medioevo e Rinascimento
cit., pp. 290-97.