Table of Contents Table of Contents
Previous Page  720 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 720 / 852 Next Page
Page Background

714

Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)

presa da Carlo Promis e ribaltata poi da Gaetano Milanesi, sulla scorta

di Luigi Canina

309

, ricordo la singolarità della mancanza di notizie per

un ventennio su Meo del Caprina, il quale sembra però, quando lo ri-

troviamo nel 1491, aver aumentato il suo prestigio sia a Firenze sia a

Roma. La coscienza della memorabile promozione edilizia che caratte-

rizza il cardinale della Rovere risalta nelle parole del suo testamento,

nell’orazione funebre del Brandolini oltre alle epigrafi dedicatorie e a

poche altre testimonianze: la cappella funeraria in Santa Maria del Po-

polo «per eum reverend. testatorem constructa et ornata», la «domus

sua» in San Pietro in Sassia «quam funditus aedificari fecit», la catte-

drale di Montefiascone «quam funditus aedificari fecit sua impensa», il

duomo di Torino «dictam ecclesiam cathedralem funditus erexit, et il-

lam ornamentis decoravit». Nell’epigrafe la dedica

Ad patriae decus et

reipublicae christianae honestamentum

dichiara un orientamento ideolo-

gico e culturale di preminenza nei confronti della tradizione locale e dei

duchi di Savoia che pure menziona.

Il cardinale nella lettera di risposta a Pietro Cara, il quale ambiva ad

una cappella nella nuova cattedrale, mentre fa capire l’inadeguatezza del

richiedente nei confronti delle antiche e nobili famiglie, esprime l’or-

goglio del suo mecenatismo: «Nos enim non solum Ecclesiam nostram

quadratis lapidibus, structuris, tabulatisque ornatissimis, quod parum

esset, restaurandam duximus, sed etiam, quod magis cupimus intendi-

musque, ipsam, vivis lapidibus spiritualibusque aedificis reformare, au-

gere ac conservare decrevimus»

310

.

È possibile che in questi vent’anni lacunosi per Meo del Caprina, si

celi la sua attività per Domenico della Rovere, ricuperabile forse in do-

cumenti romani non investigati. Studiando altri aspetti del suo mece-

natismo, la sua passione di bibliofilo nel creare la raccolta di codici, la-

sciati in eredità alla famiglia, da Vinovo confluiti nella Biblioteca Du-

cale, la committenza del Messale sistino in tre volumi al miniatore noto

come Maestro del Teofilatto vaticano e del messale di devozione priva-

ta al parmense Francesco Marmitta

311

, si è constatato che le sue scelte

culturali sono speculari a quelle della curia pontificia. La stessa coinci-

309

c. promis

,

Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini

, I, Torino

1841, pp. 24, 26;

l. canina

,

Ricerche sull’architettura più propria dei tempi cristiani e applicazione

della medesima ad una idea di sostituzione della chiesa cattedrale di S. Giovanni in Torino

, Roma 1843,

p. 120;

g. milanesi

,

Le opere di Giorgio Vasari, con nuove annotazioni e commenti

, II, Firenze 1878,

pp. 662-65;

rondolino

,

Il Duomo

cit., pp. 93-99.

310

romano

,

Sugli altari del Duomo

cit., p. 264;

comba

,

Lo spazio vissuto

cit., p. 26.

311

pettenati

,

Una commissione romana

, cit., pp. 115-44;

ead

., in

pettenati

e

romano

(a cu-

ra di),

Il tesoro della Città

cit., pp. 41-42 con bibliografia aggiornata.