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in quella dell’appartamento Borgia in Vaticano (1492-95) una

équipe

di

artisti di diversa formazione che segue le fantasie antichizzanti dei fre-

gi a grottesca ed interviene anche nella cappella dei fratelli della Rovere

in Santa Maria del Popolo. Nei portali del duomo di Torino «la decora-

zione degli strombi può venire ancora messa a diretto confronto con i te-

mi ornamentali della tomba dei fratelli della Rovere in Santa Maria del

Popolo, opera congiunta delle botteghe di Bregno e di Mino da Fiesole,

sul 1480. Le paraste, invece, sono già segnate da una sintassi infittita e

cumulatoria, che risulta più facile accostare ai finti pilastri del Pinturic-

chio nella medesima cappella romana […]. Gli angeli nei pennacchi del

portale planano con un gesto più largo e disteso del consueto che li ap-

parenta ad antiche Vittorie. Sicché l’accesso privilegiato alla nuova cat-

tedrale […] si configura quasi come un arco di trionfo»

306

.

D’altra parte l’interno del duomo torinese così spoglio, anche a cau-

sa dei restauri del 1926 che hanno eliminato le pitture eseguite tra il 1830

e il 1841, con l’intenzione di ricuperare l’essenzialità rinascimentale

307

,

contrasta con l’aspetto esterno così preziosamente ornato. In realtà ne-

gli studi recenti sul duomo torinese non si è dato il necessario risalto ad

un ritrovamento nella cappella di San Giovanni Battista di patronato dei

della Rovere, contigua al transetto destro dove erano collocate le tombe

di Domenico della Rovere e di Giovanni Ludovico, di una candelabra a

grottesche, monocroma su fondo blu

308

, che ci indica quale fosse il pro-

gramma decorativo originale ispirato ai modelli di Santa Maria del Po-

polo o più ampiamente ai modelli pinturicchieschi.

Senza voler rinfocolare la disputa tra l’attribuzione vasariana a Bac-

cio Pontelli degli edifici di committenza di Domenico della Rovere, ri-

La vita e le istituzioni culturali

713

pp. 80-84;

j. f. d’amico

e

k. weil garris

,

The Renaissance cardinal’s ideal palace: a chapter from

Cortesi’s De Cardinalatu

, in «Memoirs of the American Academy in Rome»,

xxxv

(1980), pp. 45-

123;

m. g. aurigemma

,

«Qualis esse debeat domus cardinalis»; il tipo della residenza privata cardina-

lizia nella cultura antiquaria romana del secondo ‘400

, in

a. lo bianco

(a cura di),

Piranesi e la cul-

tura antiquaria. Gli antecedenti e il contesto

(Atti del Convegno, Roma 1979), Roma 1983, pp. 53-

67;

ead

.,

Il palazzo cardinalizio di Domenico della Rovere in Borgo

, in

s. danesi squarzina

(a cura

di),

Roma centro ideale della cultura dell’Antico nei secoli

xv

e

xvi

(Atti del convegno internazio-

nale di studi su Umanesimo e Rinascimento, Roma 25-30 novembre 1985), Milano 1989, pp. 160-

68;

v. farinella

,

Archeologia e pittura a Roma tra Quattrocento e Cinquecento. Il caso di Jacopo Ri-

panda

, Torino 1992, pp. 100-3, 116;

pettenati

,

Una commissione romana

cit., pp. 123-44.

306

ferretti

,

Le sculture

cit., p. 232.

307

S

ulle decorazioni ottocentesche:

Restauri e decorazioni al Duomo dal 1834 al 1841

, in «Il

Duomo di Torino»,

ii

(1928), 1, pp. 14-18; sui restauri del 1927-28, molti interventi

ibid

., tra i

quali si segnalano

Dati storici sui restauri

,

i

(1927), 1, pp. 2-6;

e. olivero

,

Il restauro del Duomo To-

rinese e la critica

,

ii

(1928), 8, pp. 4-9;

midana

,

Il Duomo

cit., pp. 112-16.

308

m. di macco

,

Due capolavori agli estremi di un secolo: la Madonna del portale maggiore e la pa-

la Tana

, in

di macco

e

romano

(a cura di),

Arte del Quattrocento a Chieri

cit., p. 43;

carità

,

Il can-

tiere del Duomo nuovo

cit., p. 217;

romano

,

Sugli altari del Duomo

cit., pp. 326-27.