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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
Domenico della Rovere è già a Roma negli anni del pontificato Bar-
bo e ben presto con il favore di Sisto IV giocherà un ruolo di spicco nel-
la committenza artistica e nella formazione del gusto classicistico della
corte papale. Nell’orazione funebre, Raffaele Brandolini ricorda una vi-
sita di Sisto IV per riposarsi il 15 novembre 1481 nella villa che il car-
dinale di San Clemente aveva edificato tra il Tevere e l’Aniene, poco di-
stante dal ponte Milvio
303
ma che esisteva già da anni, dato che il 25 mag-
gio 1477 vi aveva soggiornato per decisione di Sisto IV Caterina Sforza,
prima di entrare in Roma per sposare il nipote del papa, Girolamo Ria-
rio
304
. E non è questa l’unica residenza suburbana perché sempre il Bran-
dolini ricorda una seconda villa «opulentissima» a Formello, una «ma-
gnificentissima» casa e un convento nell’isola Martana sul lago Bolsena.
Il vivere in villa si richiamava all’ideale classico anche nella struttura ar-
chitettonica e nella decorazione illusionistica di forte connotazione ar-
cheologica, usata anche per gli ambienti destinati a biblioteca. Nel 1478
il cardinale Domenico era diventato «protector» della Sodalitas Vimi-
nalis, cioè della rinata Accademia di Pomponio Leto, in cui la devozio-
ne per l’antichità classica si stava trasformando in modello di vita. Ne fa
fede la residenza da lui fatta costruire a imitazione delle norme vitru-
viane, il palazzo di San Pietro in Sassia in Borgovecchio, noto come pa-
lazzo dei Penitenzieri: dal cortiletto detto dei Graffiti dove sono effi-
giati uomini illustri tra cui Vitruvio, si passa in una sala detta dei Mesi
con paesaggi e segni dello Zodiaco; la sala dei Profeti e degli Apostoli re-
ca nelle vele clipei con profili all’antica, alternati a stemmi con la croce
sabauda e la quercia roveresca, che ricordano un evento storico a cui Do-
menico partecipò in qualità di vescovo di Torino, cioè la donazione di
Cipro a Carlo I di Savoia, da parte della moglie Carlotta di Lusignano
avvenuta nel 1485. L’ambiente più famoso è la sala dei Semidei, nella
cui volta sono raffigurate zuffe tra divinità marine e animali fantastici.
Un ambiente doveva essere destinato a biblioteca per ospitare la raccol-
ta libraria, conservata ora nella Biblioteca Nazionale Universitaria di To-
rino. Il trattato
De Cardinalatu
di Paolo Cortesi (1510) sembra ispirarsi
al palazzo di Domenico della Rovere come modello di palazzo cardinali-
zio
305
. Il Pinturicchio riunisce nella decorazione di questa dimora, come
303
brandolini
,
Oratio de obitu
cit., cc. 245
v
-246
v
;
f. benzi
,
Sisto IV Renovator Urbis. Ar-
chitettura a Roma 1471-1484
, Roma 1990, p. 204; cita la frase del Brandolini: «profectus est
pontifex, animi relaxandi gratia, ad villam Dominici Cardinalis S. Clementis, quam nuper supra
ripam Tiberis a fundamentis aedificavit, paulo a Milletio ponte distantem, vicinamque fluctibus
Anienis».
304
d. r. coffin
,
The Villa in the Life of Renaissance Rome
, Princeton 1979, p. 69.
305
Su Paolo Cortesi cfr.
c. dionisotti
,
Geografia e storia della letteratura italiana
, Torino 1967,