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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
c. 51
v
Io non scrizo niente.
Io vorrei che tu stissi in pace.
c. 71
r
Io t’arebi scrito più longamente, se ‘l correro non avesso affrezato.
È da supporre che l’edizione torinese sia stata usata nelle scuole del-
la città, anche se non stampata esclusivamente o appositamente per esse.
Chi voglia conoscere ulteriormente la produzione tipografica tori-
nese in italiano nei primi decenni del secolo
xvi
ne può ricavare la suc-
cessione dall’indice cronologico del già citato repertorio delle
Cinque-
centine piemontesi
322
. La valutazione dei contenuti non è di nostra per-
tinenza: il livello medio è di non alta cultura; non si potrà però omettere
la menzione dell’edizione dell’
Orlando furioso
dall’officina di Martino
Cravoto e Francesco Roli, all’inizio dell’anno 1536, che è proprio quel-
lo che costituisce il termine della nostra periodizzazione.
È da porre particolare attenzione, come esempio concreto della pro-
duzione editoriale locale che non sia mera ristampa di opere già altro-
ve edite e quindi condizionate in partenza da differenti consuetudini
linguistiche, al poemetto (che in linguaggio tecnico è una «frottola»)
edito, a parere dei competenti, in Torino con i tipi del Silva, non da-
tato ma databile, per fondati motivi, al 1519 o 1520. È un componi-
mento encomiastico del duca sabaudo Carlo il Buono, delle famiglie più
illustri della sua cerchia e delle terre subalpine che gli sono soggette.
Dal verso che funge da ritornello può ricevere il titolo
Il Piemonte è il
primo fiore
. L’autore in verità non è Torinese: egli si dichiara di Chie-
ri; ha nome maestro Pietro Jacomello, detto anche «lo infelice Ghin-
ghelinghino»
323
.
Trascegliamo le strofe che celebrano, per prima come più importan-
te, la nostra città.
36. O Thurin, cità famossa,
de virtù sey la soprana,
del ben far non fusti ascosa,
de scientia sey la fontana;
jà non fusti mai vilana.
Ben te posso io laudare:
chi teco viene a studiare,
presto lo fai bon doctore.
El Piemonte è ’l primo fiore!
37. Primamente il Signor Duca
te vol bene e te tien grata;
così fa la Corte tuta.
322
bersano begey
e
dondi
(a cura di),
Le cinquecentine piemontesi
cit., pp. 513 sgg.
323
Ibid
., n. 719.