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1.

Problemi vecchi e nuovi della finanza comunale.

Gli studi tradizionali sulla vita amministrativa della comunità tori-

nese nel corso dei secoli fra il medioevo e l’età moderna si basano es-

senzialmente sulla fonte principale della serie dei volumi degli

Ordina-

ti

, conservati quasi integralmente a partire dal 1325, sulla documenta-

zione per le pratiche di supporto esistenti in modo discontinuo nel

cosiddetto fondo delle carte sciolte e sulla serie dei volumi dei catasti.

Eppure, già nel

xiv

e

xv

secolo, l’organizzazione amministrativa era ab-

bastanza precisa e strutturata, tanto da essere stata testimoniata da una

buona serie di documenti, esistenti ancora nel corso del

xvii

secolo, già

mancanti per la maggior parte all’inizio del

xviii

e definitivamente scom-

parsi in seguito.

In un inventario «delle scritture dell’ill. ma Città di Torino comin-

ciato all’ottobre 1632 e finito al settembre 1647»

1

sono diligentemen-

te annotati i libri dei conti «de’ thesorieri antichi» dal 1355 al 1398,

dal 1410 al 1416 e dal 1424 al 1508. Già in questa definizione di «the-

sorieri antichi», appare come, nel corso del

xvii

secolo e, per lo meno,

nella concezione dell’estensore dell’inventario, non fosse ormai più pre-

sente il quadro di riferimento entro il quale si muoveva l’organizzazio-

ne amministrativa della città nel corso del

xv

secolo, ed ancora in buo-

na parte del

xvi

secolo. Il compilatore di questo inventario, al quale si

dedicò per un così lungo periodo, operava in una struttura che aveva

ormai mutato termini e modalità di funzionamento, anche nella defi-

nizione degli incarichi stessi. Infatti, la figura del tesoriere appare a To-

rino soltanto a far tempo dal 1557, mentre fino a quel momento il cor-

rispondente incarico era affidato al cosiddetto massaro.

Bartolomeo de Ranzo fu l’ultimo ad essere eletto

massarius

, il 29 set-

1

ASCT, Coll. I, n. 252.