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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
tembre 1555
2
, e lo stesso Bartolomeo de Ranzo fu il primo ad essere elet-
to
thesaurarius
, il 29 settembre 1557
3
, tempo della presenza francese.
Conservando le stesse funzioni, la definizione di «thesorieri antichi» è
comunque accettabile ed è illuminante per comprendere i compiti loro
assegnati. Le date sono anch’esse significative in quanto le cariche ope-
rative, in tempi di normalità gestionale, erano affidate il giorno di San
Michele, il 29 settembre appunto, stesso giorno nel quale si stabilivano
l’inizio e la fine di molti contratti di rilevanza finanziaria, come gli af-
fitti di immobili e gli appalti di servizi comunali.
Similmente, nell’inventario citato, sono elencati: i «patrones o sia-
no libri maestri», per gli anni 1413, 1415, 1428, 1439-41, 1454, 1460,
1472, 1503, 1512; i «quinternetti», per gli anni 1413, 1452-53, 1479,
1487-90, 1494, 1525, 1526; i «quinternetti universali de’ reliquati di
molti anni». L’elenco si riferisce soltanto alle carte che oggi non esisto-
no più, perché l’inventario annota, abbastanza diligentemente, i volu-
mi degli
Ordinati
, le carte confluite oggi nel fondo delle «carte sciolte»
ed i catasti o «registri antichi della città e luor dependenti». In parti-
colare, un controllo sull’esistente dimostra come siano andati dispersi
alcuni dei volumi dei catasti, senza incidere con ciò sulla significatività
della serie.
Nella prima metà del
xviii
secolo, tutta la contabilità dei secoli pre-
cedenti era ormai perduta, ad esclusione di un conto del tesoriere Bar-
tolomeo Ferrero Gariglio, redatto nel corso della pestilenza del 1599-
1600
4
. Una «descritione de’ libri e scriture esistenti nell’Archivio dell’ill.
ma Città di Torino»
5
, del 1728, elenca, come ancora presenti, in parti-
colare: «n. 14 registri coperti di carta pecora consistenti [
sic
!] li conse-
gnamenti de’ particolari cittadini intitolati Patronus 1413, 15, 28, 39,
40, 72, 78, 85, 88, 93, 1503, 10, 23, 58»; «un volume di libri intitola-
ti esatione entranea vino dal 1412 al 1532»; «altro volume di libri n. 13
concernente la gabella vini dal 1325 al 1567»; «li libri delli ordinati e
proposte dall’anno 1400 inclusivamente per tutto il 1609, mancanti però
l’infrascritti anni 1443, 44, 45, 65, 66, dal 72 per tutto il 79, 87, dal 91
per tutto il 98, dal 1501 al 1505, 12, 17, 21, dal 1524 al 1528, dal 1530
al 1533, dal 1535 al 1541, 45, 47, 48, dal 50 al 56»; «un volume di di-
versi conti dal 1429». Manca l’elenco dei volumi dei catasti giunti sino
2
ASCT,
Ordinati
, 110, c. 33
r
.
3
ASCT,
Ordinati
, 111, c. 43
v
.
4
Il conto è interamente trascritto in
l. picco
,
Le tristi compagne di una città in crisi. Torino
1598-1599
, Torino 1983.
5
ASCT, Coll. I, n. 252.