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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
lito l’ammontare della cifra che si voleva riscuotere attraverso la taglia,
era sufficiente effettuare la semplice operazione di divisione di questo
ammontare per il totale complessivo degli estimi di tutti i beni immo-
bili della città per conoscere la taglia unitaria, cioè l’aliquota dovuta per
ogni unità di misura dell’estimo. In questo modo, poi, era sufficiente
moltiplicare la taglia unitaria per il totale degli estimi dei beni possedu-
ti da ogni singolo contribuente per determinare i ruoli, cioè l’elenco del
dovuto da ognuno. Questi ruoli erano elencati nei cosiddetti «quinter-
netti», i quali servivano anche per annotare le rate periodicamente pa-
gate e, quindi, riscosse.
Le taglie potevano essere, in caso di finanza ordinaria, prestabilite
all’inizio dell’anno, oppure, in caso di finanza straordinaria, essere sta-
bilite di volta in volta, magari non in tutti gli anni, ma soltanto quando
si evidenziasse una necessità di denaro, ciò che avveniva di regola in ca-
so di richieste di sussidi da parte del principe. Per potere utilizzare le
taglie era indispensabile disporre di uno strumento predisposto: il cata-
sto, con gli estimi esatti e la precisa intestazione delle partite
10
. Il tem-
po e le risorse umane e finanziarie richieste per compilare un catasto
rendevano impossibile anche soltanto immaginare l’opportunità di una
decisione contemporanea di imporre una taglia e, per questa, di fare un
catasto.
Allo stesso modo, per le imposte personali era necessario disporre di
elenchi dei possibili contribuenti, mentre per altri tipi di imposte oc-
correva essere pronti ad attivare meccanismi diversi, dai controlli ai luo-
ghi ove si sarebbe potuto riscuotere dazi di passaggio e gabelle sui con-
sumi agli schemi di contratti di appalto per usufruire dei necessari in-
termediari.
Naturalmente, per i casi di urgenza nel raccogliere denari o per i ca-
si di crisi, con scarsa capacità dei contribuenti cittadini a versare unifor-
memente denari, la finanza straordinaria era portata a prevedere un cer-
to ricorso al credito, sia nella forma di prestiti redimibili che nella for-
ma dei consolidati o «censi».
Nel corso del
xv
secolo si ritrovano a convivere sia la finanza straor-
dinaria che quella ordinaria, a dimostrazione di un consolidamento del-
la organizzazione amministrativa comunale, la quale tendeva a darsi sta-
bilità, con la maggiore certezza possibile, nei flussi annuali di denaro.
10
I catasti medievali di Torino sono stati studiati sotto diversi aspetti in un lavoro fonda-
mentale:
r. comba
e
r. roccia
(a cura di),
Torino fra Medioevo e Rinascimento. Dai catasti al pae-
saggio urbano e rurale
, Torino 1993.