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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
chiale con il pievano, i nobili feudatari da cui, spesso, il parroco prove-
niva, gli ecclesiastici, gli officiali, i borghesi, i notai, i personaggi illustri,
i capifamiglia
bonae vocis
, collocati in una zona di significato politico in-
feriore alla nobiltà. Nella chiesa uomini e spazi si armonizzano sotto il
dominio sacrale e politico ad un tempo. Il territorio sacro è quasi priva-
tamente fruito per le ragioni inseguite del prestigio e della rappresenta-
zione perenne di sé, oltre la propria sepoltura, in un ordine che riman-
da alla
societas perfecta
della tradizione medievale. Nella soluzione della
vertenza tra il priore di Luserna e la comunità d’Angrogna per la defi-
nizione della cura pastorale del 27 marzo 1519, leggiamo, invece, i trat-
ti essenziali dell’esercizio della cura d’anime. Il nuovo vicario eletto do-
veva «continue residere, celebrare et alios actus parochiales exercere,
populum ipsum monere et de fide instruere et pueris gramaticam doce-
re»: sono, in sintesi, non solo i doveri del parroco secondo la canonisti-
ca della
cura animarum
, ma anche i tratti del sacerdote ideale tra
xv
e
xvi
secolo, con particolare attenzione alla cultura anche in funzione apo-
logetica antiereticale proprio nel mondo valdese della valle Angrogna
99
.
La vita stessa del Seyssel verrà ripercorsa nell’orazione funebre del-
l’Agostiniano fra Taddeo da Lione entro gli schemi di un modello (la vi-
sione aristotelica e scolastica dell’esistenza e il tipo ideale del prelato
umanista cristiano) rivitalizzato dalla personale conoscenza. Le
virtutes
umane e cristiane del vescovo, oltre a formare una personalità equili-
brata, concorrevano a definire la prosperità e la pace nel ducato e nella
città di Torino: un’occasione unica, sembra insinuare l’oratore, sospesa
tra rovine passate e nuove minacce incombenti. Il religioso insistette
molto sugli studi sacri e sulla riflessione teologica del defunto, in sinto-
nia con il nuovo modello di pastore d’anime. Del resto durante il suo
episcopato torinese, il Seyssel, tramite il Domenicano Gerolamo Rac-
chia, apprestò l’edizione definitiva del
De triplici statu viatoris
, compo-
se l’
Adversus Valdenses
ed il trattato
De divina providentia
100
.
Nella prima opera, definita «disputationes perquam eruditae et piae»,
il vescovo dichiarava la novità del suo atteggiamento di moderazione e
di comprensione nei confronti dei Valdesi e la diversità della sua criti-
99
I due documenti citati sono conservati in AAT, Protocolli, n. 54, ff. 93
r
-95
v
, 102
v
-103
r
.
100
L’opera contro i Valdesi fu pubblicata a Parigi nel 1520 da Nicola Berault, con dedica a
Stefano Poncher, prima arcivescovo di Parigi e in quell’anno già
episcopus Senonensis
. Erasmo ave-
va espresso un giudizio molto favorevole sul Poncher (cfr. Erasmo a G. Hué, del 9 agosto 1519,
in
allen
,
Opus
cit., IV, p. 1003; inoltre,
mann
,
Érasme
cit. p. 9). Sul
Tractatus de divina providen-
tia
,
cegna
,
Il «Tractatus»
cit. L’orazione funebre di fra Taddeo da Lione si legge in
thadeus lug-
dunensis
,
Oratio funebris habita Taurini in funere Reverendissimi Domini Claudii Seyselli archiepi-
scopi Taurinensis in ecclesia cathedrali prima die Junii
mdxx
, s.l., s.d., Augustae Taurinorum 1520).