

torinese si comprende anche nel processo d’identificazione del Piemonte
sabaudo che trovava, forse, i suoi tratti distintivi proprio nella geogra-
fia ecclesiastica. Così, almeno, farebbe pensare il Maccaneo, che nella
sua corografia del Piemonte, premessa ad illustrazione della storia dei
Savoia, non seguiva, secondo la tradizione, il disegno del territorio fisi-
co-politico, ma si atteneva,
ecclesiastico more
, ai
loca iurisdicionum epi-
scoporum
.
L’arrivo del Seyssel a Torino segna, ancora, la definitiva scelta per-
sonale del ruolo di pastore secondo il modello di Chiesa nella società e
nello Stato delineato nella
Grant Monarchie
. Già nel 1513 aveva rifor-
mato, su richiesta del duca e del Parlamento, gli statuti relativi all’am-
ministrazione della giustizia e dal 1516 fu attivo nel Consilio «cum do-
mino residens» e membro del Parlamento subalpino del Piemonte tra
1517 e 1519. Infine, l’arcivescovo per la conoscenza della corte france-
se sarebbe stato il più esperto consigliere del duca nelle questioni che
opponevano Svizzeri e Francesi in Italia, con le quali il sovrano sabau-
do doveva confrontarsi.
Domenico Maccaneo nei suoi scritti illustrò, con un fare tra il cu-
rioso e il celebrativo, il ducato di Carlo II con notizie fino al 1530. I
prodigi si alternavano alle disgrazie, mentre si affermava il buon gover-
no del principe sotto la guida del vescovo «sollers animarum inspector»
94
,
come rivelano i passi del capitolo 31 della sua
Epitome
95
.
Secondo la ricostruzione del Caviglia, il Seyssel fu presente a Tori-
no nei primi mesi del 1518; poi da luglio a settembre e dall’ottobre al
giugno successivo; quindi fino alla morte, il 30 maggio 1520. Aveva pre-
so possesso della diocesi il 3 giugno 1517.
Per la famiglia vescovile scelse uomini di impegno ascetico e pasto-
rale, ad esempio il vicario generale Giovanni Battista Gromis, amico fin
dagli anni dello studio in città. Li univa un’uguale formazione e compe-
tenza giuridica, la passione per lo studio delle lettere e della «philosophia
Christi», il desiderio dell’ascesi e la regola dell’armonia tra vita attiva e
contemplativa, la solitudine meditativa, la devota celebrazione delle li-
turgie, la cura degli edifici sacri, i legami con il potere civile e le legazioni
diplomatiche. L’elenco dei libri del Gromis rivela la cultura di un uomo
Le istituzioni ecclesiastiche e la vita religiosa
801
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Così Domenico Maccaneo definisce il Seyssel nella dedica al vescovo, non mantenuta, del
Bre-
viarium Sabaudianae Antiquitatis
. Si veda anche
g. gasca queirazza
,
Notizie di Piemonte nell’itinera-
rio di un anonimo lombardo del primo Cinquecento
, in «Studi Piemontesi»,
vi
(1977), pp. 390 sgg.
95
Le opere del Maccaneo, relative anche ai tempi a lui contemporanei, sono piene di annota-
zioni volte a far risaltare la bontà del governo del duca e dell’arcivescovo. Varie anche le indicazio-
ni su fatti miracolosi, su disgrazie, prodigi. Molti dati sulla società ecclesiastica di Torino e diocesi
si ricavano anche da AAT, Protocolli, nn. 53, 54, 55.