

Martino Salio, nella dedicatoria al presule di un’ode di Pietro Cor-
dier (Torino e Parigi, 1517) lo celebrava perché «sacrarum omnium pe-
nitiora litterarum sensa percallens diesque et noctis somneis nonnisi sa-
cra petas»
105
. E fra Taddeo da Lione nella sua orazione funebre ricor-
dava che la dottrina spirituale e teologica del Seyssel si allontanava dal
nominalismo e dall’astrazione dei suoi contemporanei per attingere «an-
tiqua illa Hieronimiana, Augustiniana, Ambrosiana mystica recondita»,
abbandonando le «contentiones et pugnas verborum». Del resto lo stes-
so vescovo scriveva nel
De divina providentia
: «Nostram vero bibliothe-
cam qui perscrutabitur, inveniet nos praeter tantum Bibliae et Senten-
tiarum et nonnulla Origenis et divi Chrysostomi opera, nullum fere co-
dicem in sacris litteris circumferre»
106
. In questo ulteriore contesto riceve
piena luce l’affermazione del citato fra Taddeo:
sibi conscius vivere Christus erat et mori lucrum […] docuit nos tantus iste vir eam
quae est omnium difficillimum bene moriendi scilicet artem, sed prius docuerat be-
ne vivere nedum verbo, sed exemplo
107
.
Con una tale eredità spirituale i Torinesi dovevano ricordare il Seys-
sel, soprattutto, come
pastor bonus
e richiamarne gli insegnamenti nel
pellegrinaggio impossibile ai «misteri» di Superga
108
.
(
p. g. l.
)
Le istituzioni ecclesiastiche e la vita religiosa
807
105
R. D. Petri Corderii Galli viri consularis in Adami protoplasti culpam Ode monocolos sacris
doctoribus et locis insignita
, Impressum Taurini per Joannem Angelum et Bernardinum fratres de
Sylva anno Domini
mcccccxvii
, die
vii
mensis aprilis (edizione parigina presso Josse Bade, 5 apri-
le 1518). Nell’opera sono citati scritti di Gerson, fra Roberto da Lecce, Riccardo da Mediavilla,
Antonino da Firenze.
106
Cfr.
De divina providentia
cit., f. 151
v
. L’opera fu pubblicata a Parigi, da Regnault Chau-
dière nel 1520. L’editore, nello stesso anno, aveva stampato la Bibbia curata da Lefèvre d’Etaples
e una edizione della
Vita di Cristo
di Lodolfo di Sassonia.
107
thadeus lugdunensis
,
Oratio funebris
cit., f. 4
r
.
108
L’episcopato torinese di Claudio di Seyssel ebbe il valore di riportare la fede religiosa al-
le fonti prime del Vangelo, delle Sacre Scritture, dei Padri antichi. Interessante, in questo senso,
è il proemio agli statuti di una confraternita di Disciplinati di Torino, in cui si svolge un’ampia
ricognizione scritturistica del tema della penitenza. L’autore pone le origini della disciplina e dei
Disciplinati nell’Antico Testamento, al momento della conversione della città di Ninive in se-
guito alla predicazione di Giona. Seguono due ampie citazioni da sant’Agostino e da Giovanni
Crisostomo. Diversamente dalle tradizionali regole delle confraternite di Disciplinati che riferi-
vano la
Vita
di Ranieri Fasani, quelle di Torino invocano una diretta origine scritturistica ed evan-
gelica, motivo di una riflessione ascetica e teologica più risentita nel contesto della riforma della
vita religiosa, che siamo andati delineando, ispirata dalla meditazione delle Scritture e dei Padri
della Chiesa. Cfr.:
e. ardu
,
Capitoli della confraternita dei disciplinati di Santa Croce in Torino
, Pe-
rugia 1965;
g. alberigo
,
Contributo alla storia delle confraternite dei disciplinati e della pietà laica-
le nei secoli
xv
e
xvi
, in
Il movimento dei disciplinati nel settimo centenario dal suo inizio (Perugia
1260)
, Perugia 1962, pp. 215-17. Probabilmente l’ampio proemio è opera di un religioso, maga-
ri di un Agostiniano, ma sembrano anche presenti la lezione e la riflessione ascetica e teologica di
Claudio di Seyssel.