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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
Scoto, non eruditi, né
nominalisti
, come amava l’arcivescovo di Torino.
Il Lichetto, poi, come attestano varie fonti, coltivava una particolare de-
vozione alla passione di Cristo; per questo la relazione fra i due può il-
luminare un ultimo atto dell’episcopato del nostro, la ripresa del culto
della chiesa di Santa Maria di Superga di giuspatronato comunale.
Per essa il duca, il 17 settembre 1518, si affidava alla volontà dell’ar-
civescovo; così, nell’ordinato comunale del 10 settembre 1520 si legge che
il Seyssel aveva richiesto più volte agli Eremitani di Sant’Agostino la di-
rezione spirituale del luogo sacro. Questi l’avevano accettata ed avevano
proposto al comune di Torino di avviare sul colle di Superga la costru-
zione dei «misteri del Santo Sepolcro» ad imitazione di quelli di Varallo
Sesia
102
. La notizia è di straordinario interesse; possiamo, infatti, pensa-
re che l’arcivescovo, magari su suggerimento del Francescano, avesse fa-
vorito la trasformazione del colle in una copia dell’immaginario del San-
to Sepolcro, il cui prototipo era il Sacro Monte di Varallo fondato dall’Os-
servante fra Bernardino Caimi tra 1491 e 1493
103
. La scelta degli Eremitani
era dovuta alla simpatia del vescovo per la loro comunità torinese; l’Or-
dine stesso coltivava la devozione alla passione di Cristo e vi era una co-
mune sensibilità con il cardinale Egidio da Viterbo, noto dai tempi del
Lateranense V e che il Seyssel aveva ospitato a Torino il 25 ed il 26 mag-
gio 1520, pochi giorni prima di morire. Sappiamo, infine, che nel
De tri-
plici
il vescovo aveva espresso il progetto di un suo trattato sulla vita e
sulla persona di Cristo, per cui l’uomo, colto al grado essenziale della sua
realtà umana e cristiana, doveva farsi
viator
e pellegrino della
sequela
e
dell’
imitatio Christi
: era, questo, lo stesso significato religioso del Sacro
Monte di Varallo nelle sue origini francescane. Ma sembra interessante
intendere la proposta di una copia di Varallo a Superga anche nei rapporti
tra città di Torino e suo pastore, per cui questi, non riuscendo a propor-
re ai suoi fedeli il trattato ricordato, volle che attraverso il linguaggio im-
mediato dell’
ars memorandi
i
loca sancta
, riproducenti i
misteria
della vita
di Cristo, apprendessero e praticassero i suoi insegnamenti spirituali
104
.
102
Cfr. anche:
p. g. longo
,
I «Misteri del Santo Sepolcro» sul colle di Superga presso Torino (1520):
note sulla fortuna del Sacro Monte di Varallo
, in
l. vaccaro
e
f. riccardi
(a cura di),
Sacri Monti:
devozione, arte e cultura della Controriforma
, Milano 1992, pp. 379-84.
103
Rimando a
id
.,
Alle origini del Sacro Monte di Varallo: la proposta religiosa di Bernardino Cai-
mi
, in «Novarien.»,
xiv
(1984), pp. 19-98;
id
.,
Fonti documentarie sui Francescani a Varallo tra
xv
e
xvi
secolo
, in
Sacro Monte di Varallo: spunti storici e devozionali
, Quaderno di studio n. 5, Sacro
Monte di Varallo Sesia, Novara 1987, pp. 29-108;
id
.,
Per una lettura storico-religiosa dei sacri mon-
ti novaresi
, in «Novarien.»,
xxi
(1991), pp. 256-88.
104
Cfr.
De triplici statu viatoris
cit., f. 29; ed ancora: «oportet revertere ad domum suam quam
in presenti peregrinatione per gratiam et in caelesti patria per gloriam ille idem ipse praestare di-
gnetur qui et annunciari fecit nascens et vivens praedicavit et moriturus servis suis reliquit ac im-
mortalis per resurectionem factus annunciavit […]».