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Capitolo VI.
Monar ca, si fecero venire a marcie forzate a Torino vari battaglioni
di truppe, e infine si arrestò lo stesso Re, quasi fosse immin ente
il
pericolo d'una gue l'fa civile. Consta invece, che Vittorio Amedeo non
aveva nè compli ci, nè partigiani e nemmeno ferma la mente e la
via di ricup erare il trono. Perciò se si può in certo qual modo an che
gius tificare come una politica necessità l'arresto del Monarca glorioso,
non si può in nessun modo giustifica re
il
modo ond e fu trattato.
Ecco come il Carutti rac conta le cose.
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Il castello di Rivoli era sta to a gran fretta accomodato ad uso di
«
carcere, e un gross o stuolo di truppe vi fu posto a presidio sott o
«
il comando del cavaliere Solaro tenente colonnello delle Guardie.
«
La persona del re fu
permanente~ente
cus todita a vista da quattro
«
uf'fiziali;
per ò
l'uscio della sua camera dovea rimanere aperto;
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quando il re chiedesse di starsene solo, due di loro veglias sero
. «
alla porta per udire i discorsi che teness e coi se rvit ori ; di notte
«
un uffìziale dormisse attraverso la porta stessa , un altro nella
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camera atti gua; ordine ai se rvitori di parlar sempre ad alta voce
«
col r e ;. se egli volesse parlar loro all'orecchio o in segreto si riti-
. «
rassero. Le scale, le porte laterali che conducev ano o mettevano
'<
nel suo appa rtamento furono murat e ; cosicchè per una sola scala,
,( per una sola porta si giungeva a lui. Quando desiderasse pa sseg–
«
gia re sovra un piccolo terrazzo attiguo , le guardie stesse ro a pie–
«
cola distanza ; un picchetto fosse sch ierato più dis costo. Carta , .
«
penna, inchiostro, ogni cosa per iscrivere vietata. Poco dopo il suo
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arri vo lo raggiun se l'abat e Dormi glia suo confess ore, e in appresso
«
du e altri religios i furono mandati a Rivoli. Il mattino celebravasi
«
la messa nell'oratorio; mentre
il
l'e vi assisteva,
il
cavaliere Solaro
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con du e uffìziali entrava nella sua camera e la perquisiva minu–
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tament e ; alla se ra quando si metteva a letto, rinnovava si l'atto.
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Quantunque le finestre avessero le inferriate, parve tuttavolta
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qu esta cautela non bast evole per quelle pro sp ettanti
il
villaggio e
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le campagne; fu ingiunto che con isportelli mobili e nella forma
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somiglianti a quelli che si veggono alle finestre delle carceri e dei
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monasteri , venissero accecat e. L'abat e Dormiglia che fu incaricato
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di significargli qu est'ordine, glielo annu nziò tremando; Vittorio
.«
sulle prime non comprese di che si tr att asse: quando lo seppe,
«
rimase attonito, interd etto ; poi disse sogghigna ndo con disprezzo:
«
A lla buon'ora , mettano gli sportelli e chiudano
» ,
«
Nei primi giorn i il fur ore, le imprecazioni, i deliramenti del re
'( non ebbero nè tregua nè modo; contro gli uffiziali, cont ro i servi-