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Capitolo VIl .
intorno alle cose ' osservate. Ugual metodo, diremo così sperimen–
tale, si' tenne per istruirlo nelle discipline finanziarie, poichè i suoi
ma estri, dopo avergli es posto le teori e intorno alla natura, alla ra–
gione, alla r epartizione -dei tributi, lo esercitavano in tutte le opera–
zioni di contabilità.
A 27 anni
il
padre lo reputò degno d 'esser messo a parte degli
affar i di Stato, e potè assistere ai ricevimenti.diplomatici, ai consigli
dei Minist ri, e fu richi esto del suo par ere ra gionato intorno a que sto
o qu el negozio politico.
Si ra cconta che
il
Principe notasse come tra i Capi dell e pub–
bli che amministrazioni non fosse buon sangu e ; di che si dolse col
padre pregandolo a volerli metter d'accordo.
.
Se non volete rovinarvi
-
gli avrebb e rispo sto Vittorio Amedeo –
ponete dis cordia fra il vostro cuoco
e
il
vostro maggiordomo. Se
i
Ministri son troppo d'accordo noi non abbiamo modo di conoscere il
vero,
e
se si 'lenissero per ingannarci avremo sempre gli
occ.hibendati.
Anche Carlo Emanuele
fIl ,
come già il primo del suo nome, con la
cacc ia, il nuo to, l'equitazione e gli esercizi fisici più svaria ti arrobustì
la sua fibra , ecc itato da l padre che fu per lu i un'educatore au stero
e accigliato. Chi sa se qu esto eccesso di severità onde fu trattato
sempre da l padre, non abbia indotto, doloroso a dirsi, Carlo ad essere
ugualmente severo con lui , già vecchio, come già dicemmo, e ma lato
t
Po chi Principi, a dir la verità, salirono al trono in condizioni
così liete come lui: florida la finanza, provvidi
:e
spediti i congegni
amministrativi , fort e l'eser cito , pacifica la Nazione, fidati i Ministri,
fra i quali primeggiava il Marchese d'Ormea , cui erano affidati gli
affari interni (fig. 11 3).
Avvenente della per sona, di modi sch iett amente s ignorili, d'in–
gegno acuto e colto, egli er a
il
tipo del perfetto gentiluomo e del
dip lomatico fine ed accorto. Carlo Emanuele lo ebbe perciò caris–
simo e ripose in lui, an che nei negoz i di maggior momento, la mas–
sima fiducia.
Nell'ultimo decenn io del Regno di Vittorio Amedeo II , la dip lo–
maz ia europea aveva cercato di mantenere . la pace, che sembrava
ogni tanto minacciata e compromess a dagli appetiti non soddisfatti
di questa o d i qu ella Nazione.
Da un lato la Spagna non celava le sue brame di riacqu istare i
dominii che aveva perduto in Italia; dall'altro la Francia vedeva con
di sp etto la ' preponderanza austriaca nella peni so la, resa più salda e
pericolosa dopochè la Sicilia veniva a far parte dell 'Impero.