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Torino eroica

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tori invei va ; temeasi veramente che

il

cervello gli avesse dato la

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volt a, tanto mostravasi immemore delia dignità di principe e d'uomo

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inoltrato negli anni. In seguito vedendo che le violenze approda–

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vano a nulla, si calmò alcun poco, e anda va soltanto chiedendo

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della marchesa di Spigno ; e piangeva e fremeva e in carità doman–

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dava che gli fosse restituita. Pregò gli si lasciasse scrivere a Torino

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a Carlo Emanuele per ottenere que sto in mercè ; avuta negati va,

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supplicò il cavalier Solaro scrivesse egli, implorasse il re per qu anto

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avea di più sacro. Avutane promessa parve più tr anquillo, e ogni

« giorn o lo interp ellava che risp ost a avesse avuta. In fine gli si

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annunziò che la Spigno giu ngerebbe fra breve e si acchetò . Ma

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gli indugi e prima e poi non furono br evi ; onde nuove e con tinue

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cagioni di esasperazione

» .

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La marchesa la notte stessa dell'arresto era stata trasportat a

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nella fort ezza di Ceva, dove solevansi chiudere le femmine di mala

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vita ; prim a di restituirla al marito, Carlo Emanuele III le fece giu–

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rare, per quanto le fosse cara la sua grazia, che non avre bbe ma i

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confidato al re Vittorio il luo go infame in cu i era stata sos te nuta,

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e che interrogata. risponderebbe di aver dimorat o nel monastero

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di Cuneo, secondo che era stato annunziato al l'e. L'u nd ici di di–

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cembre giu nse a Rivoli , Vittorio ne mostrò grande gioia; chiese

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che i battitoi della porta della sua camera si chiudesse ro e 1'0t–

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tenne; ma non senza che prima vi fosse tolta la serra tura. Due

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ufficiali furono aggiunti alla guardia della person a

».

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Barbariche severità che confinano colla sevizie. Quest o tratta–

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mento era fatto ad un principe che per cinquant' anni avea glor io–

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samente regnato, ad un vecchio che oltrepa ssava il decimo terz o

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lustro, infermo di corpo ,pieno di acciacch i, che lo sdegno, la bile

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intristivano e rendevano più dolo rosi ; ad un capitano che avea

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per diciott' anni guid ati gli eserc iti del Piemonte e della lega eu–

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ropea ; al difensore di Verrua, al vincitor di Torino, al principe

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che avea cresciuto l'impero della sua casa, ornatala del dia–

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dema real e; questo trattamento era da un figlio pr escritto al

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proprio padre. L'arresto di Vittorio Amedeo 11 fu necessità di

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sta to: la sua detenzione, le molesti e, le ca utele, i modi fur ono

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opera iniqua ».

Dal castello di Rivoli, Vitt orio Amedeo nell'april e del 1732 verme

trasferito a Moncalieri, ed ivi le condizioni del suo spirito scon volto

anda rono aggravandosi. Oppresso da un a tetra melan conia, divenne

insofferente di tutto e di tutti: nemmeno la pr esenza della Sp igno,

29 - B RAGAGNOLO

e

B ETTAZZI,

Torin o' nella storia del Piemonte e d'Italia,

vol.

II.