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I regni di Carlo Emanuele III e di Vittorio Amedeo 111

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leggendosi n elle nuove

e

vecchie memorie di Lombardia, che in così

breve spaz io di tempo lo S tato di Milano , semp re fioriti ssimo

e-

~di

p iazze munitissimo

e

che un palmo di terreno costò altre volte fium i

di sangue non meno ai Francesi che agli Spagnoli, ora a man salva

riiolto al possessore, passas se all'inimico senza perdere un soldato

» .

Carlo Emanuele frattanto, agli 11 di dicembre, entra va in Milano

e prendeva possesso della città, ist itu endovi un' amministrazione

nuova. Il Castello era an cora nelle mani degli Austriaci; ma

il

29 dello

stesso mese anche questo _balua rdo capito lava.

Per quanto la conquista fosse sta ta assai facile, tuttavia, checc hè

ne scr iva il Giannone, era no occors i comba tti menti e conflitti, taluno

dei quali sangu inoso.

Alla presa del ridotto di Gera, che gua rdava Pizzi ghetton e, era

stato ammirabile

il

conteg no del Re. Er an o caduti al suo fian co tre

de ' suoi aiutanti di campo ed un paggio, mentre egli restava impas–

sibile e sereno al suo posto, e al vecch io Maresciallo Villars che lo

invitava a ridursi in luogo più sicuro, diceva con imperturbabile

freddezza:

«

Maresciallo,

i

miei pari non arretrano davan ti al per icolo ».

Nel tempo stesso che si comp ivano questi avveniment i, il Mare–

sciallo Berwi ck con 80 mila uomini invade la Lor ena, passa

il

Reno ,

s' impa dronisce di Kehl, ed è ucciso sotto F ilipsburgo, che si arrende

al suo successore il"Duca di Noailles (1734).

Intanto Carlo di Borbone cogli Spagnoli, guidat i dal Montemar,

attraversato lo Stato della Chiesa , penetra nell 'Italia meridional e, e supe–

rate le trincee di Mignano, entra festeggiato in Napoli (10 marz o 1734).

Insegue nelle Puglie i pochi Tedeschi del Principe di Belmonte e

li

sco nfigge a Bit onto (25 maggio), prende Gaeta e Capua, e più ta rd i

occup a Palermo e Messina, assoggettando così, senza gravi diffi coltà

il

Regno delle du e Sicilie alla nu ova signoria de i Borboni, che doveva

funestarlo fino

al

1860.

Volge ndo così a male le cos e dell'Impero, Car lo VI si rivolse con

pr eghi ere e minacce alle a ntiche alleate della guerra di successione

spagnola : Olanda e Inghilterra, ma senza alcun frutto, onde a ristorare

la fortuna dell'armi in Italia inviò il Conte di Mercy con 60.000 soldat i.

A tener test a al nemi co si disposer o gli Alleati in un a lun ga

ca–

tena, che da Son cino si pr ot endeva fino ai margini del Polesine fer–

rarese. Gli Austriaci irruppero verso S. Benedett o Po , obbligando l'al a

dest ra fran cese a ritirarsi oltre la Parma, e abba ndo nare perfino la fort e

posizione di Guastalla. Biasimò Ca rlo Emanuele qu ella rit ira ta e volle

che le truppe, ritornando sui loro pa ssi, si accampassero sul Crostolo.