

I reg ni di Carlo Emanuele III e di Vittorio Amedeo III
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nei Paesi Bassi, in It alia. Stette ro in campo per ott o ann i (1740-1748)
da una parte la Prussia , la Baviera, i Borb oni di Francia, di Spagna
e di Napoli, Modena e Genova ; dall'altra Austria, Ru ssia, Gran Br et–
tagna, le Provin cie Unite e
il
Pi emonte.
Il 28 maggio 1741 fu .conclus a l'all eanz a bavarese-spa gnola, e 1'11
di luglio, nel Consiglio di Sta to, per sugger imento del Conte Belle–
Isle e di qu ella
«vec.chia volpe
»,
che era il cardinale di Fl eury,
fu presa la ri soluzione di assalire l'Au stria con un esercito, mentre
un forte nerbo di combattenti si sarebbe schierato sulla Mosa , per
fronteggiare le potenze marittime, caso mai queste tentassero di
appoggiar e l'Austria.
Secondo quanto riferi scono i contemporanei e alcuni sto rici re–
cent i, il 18 maggio, a Nymph enburg, sarebbe stato fatto un trattato ,
secondo
il
quale la Francia prometteva 70 mila uomini e 30 milioni
per la guerra, riservandosi come compenso le possibili conquiste sul
Reno e sui Paesi Bassi; ma secondo nuov e ricerche qu esto trattato
non sar ebbe genuino : il trattato con la Ba viera esisteva già dal
1° no vembre deL·1727, e a Nymphen burg sarebbe stata solta nto con–
clusa la ri cordata all eanza ispano-bavarese, in forza della quale gli
Alleati avrebbero .messo insieme 60.000 uomini e provvisto per i
bisogni della guerra 80.000 talleri mensili.
p rimo a scendere in campo fu il Re di Pru ssia , Federi co II (fig. 11 5),
tempra singolare di soldato e di Principe, che condusse il suo paese
a tal condizion e di florid ezza e di potenza da prender posto fra i
maggiori Stati d'Europa.
Nato a Berlino il 24 di gennaio del 1712, per l'ind ole sua e l'in–
gegno aperto a ogni geniale disciplina, si era trovato in contrasto
col padre rozzo e intollerante, che ost ent ava e forse professava una
ines plicab ile . avver sione agli studi della filosofia, della lett eratura e
perfino della musica. Si racconta che un giorno, colto il figlio nel–
l'atto di sonare il flau to, accecato dall'ira, strappò da lle mani di lui
quel povero st rumento mu sicale e glielo ruppe sulle spalle.
Erano tanti e tali i maltrattamenti che quel padre cru dele inflig–
geva al figlio, che qu esti , sta nco medit ò di abbandona re la reggia
pa terna e rischiò di finir e sul patibolo.
Fi no alla morte di Carlo VI, Federico II pane più disposto a
recitar la sua parte di Re
da sermone,
che non a governar con le
ar ti della guerr a e della dipl omazia ; ma non appena sentì la neces–
sità di un 'azione guer resc a, che avrebbe aperto alla Prussia la via
delle conqu iste territoriali e dell'egemon ia sulle genti tedesche, lasciò
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e
BETTAZZI,
Torino nell a storia del Piemonte e
<l'l talia,
voI.
II.