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I regni di Carlo Emanuele III e di Vitt orio Amedeo III

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Tali concessioni non appagavano inti eramente le ambizioni di

Carlo Emanuele III, che, sollecitato in questo tempo dalla Francia,

sott opose al govern o di qu esta Nazion e du e differenti disegni politici.

Il primo di que sti piani consisteva nell'assegnare all'Infante D. Filippo

il Ducato di Mantova,

il

Cremonese, Parma e Piacenza, riserb ando

per sè la Lomb ardia dall e Alpi al Po: col secondo si assegnava a

Don Filippo, Manto va, Parma e Sardegna col tit olo regio, mentre

Carlo Emanuele III avrebbe avuto tutto il Milanese con la citt à di

Piacenza, e il titolo di re di Lombardia. Qualora poi Don Filippo

fosse salito al trono delle Due Sicilie egli avrebbe concesso qual–

cheduna dell e terre acquistate al Piemonte.

Il cardinale di Fl eury capì subito che per discute re codes ti pro–

getti occorreva non poco tempo, e avrebbe voluto che frattanto null a

si innovasse in Italia; ma

p~ichè

la Spagna insisteva per la guerra,

e inviava dal Napol etano verso il sette nt rione le milizie, Carlo Ema–

nu ele III, il quale avea dichiarato che se la Spagna si fosse mossa

prima della conclusione di qualsia si trattato, egli si sarebbe schiera to

dalla parte di Maria Teresa , comprese che bisognava prende re una

pronta risoluzione, e ordinò al Marchese d'Ormea di sottoscrivere la

convenzione militare coll'Aus tr ia, salvi sempre i suoi dir itti sullo Stato

di Milano, impegnandosi in pari tempo a non muovere cont ro l'Impe–

ratrice, se non dopo un mese, a decorrere dal giorno in cui gliene

avesse dato avviso. In tal maniera, con grande avvedu tezza, si assicu–

rava una via di scampo, qualora gli eventi gli riuscisse ro contra ri.

Questo trattato dellofebb ra io 1742 fu considerato come un monu–

mento di destrezza e di sagacità diplomatica. La Spagna ne fu irri–

tatissima, e col consenso di Francia, inviò attraverso la Provenza un

corpo di truppe ad assaltare gli St ati del Re.

" Questi con grande rapidità mise in campo l'esercito, fornito di

numerosa artiglieria e in completo assetto di guerra. Non mai Casa

Savoia aveva mostrato un così grande apparato di forze. Carlo Ema–

nuele III, accompagnato dal Marchese d'Ormea e da Giambattista

Bogino, assunto dall'Ormea nell'uffi cio di« Auditore generale» mosse

alla testa dell'esercito alla volta di Piacenza.

Sotto il comando del Re le schiere furono affidate al Marchese

di Su sa, al Generale Solemburgo, al Conte di Apr emont. Il Feld–

Maresciallo Conte di Traun, Governatore del Milanese, conduceva gli

Austriaci che campeggiavano in numero di 12 mila nei dintorni di

Correggio. L'esercito di Spagna, che in parte era sbarcato ad Orbe–

tello e a Spezia, dopo aver svernato tra Rimini, Cesena, Forlì, Faenza