Table of Contents Table of Contents
Previous Page  184 / 300 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 184 / 300 Next Page
Page Background

472

Capitolo VII.

ed Imola, era stato raggiunto dall'esercito napoletano condotto dal

Duca di Castropignano. Comandante supremo era il Duca di Mon–

temar

«

poco sollecito

-

dice

il

Claretta -

di mettere al periglio di

nuovi cimenti la gloria acquistata a Bitonto, e per l'età avanzata e

i sommi onori ottenuti desideroso piuttosto di ozii splendidi che di

campali fatiche

».

Miravano gli Spagnoli a portar la guerra nel Parmigiano attra–

verso il Ducato di Modena, il cui Principe Francesco

III

d'Este gio–

cava anche lui a partita doppia. S'era finto amico del Sabaudo che

gli prometteva la successione al piccolo Ducato di Guastalla, mentre

si stringeva di nascosto cogli Spagnoli che lo fornivano di denaro

per mettere in campo alcune truppe.

Ma quando vide scoperto il proprio gioco e l'Ormea, nell'abboc–

camento di Rivalta, gli pose sott'occhio una copia del trattato . che

egli aveva stipulato con la Spagna, non potè più oltre negare la

verità, e invitato a decidersi, partì da Modena rifugiandosi nel campo

spagnolo.

Allora, senz'altro indugio, i Piemontesi occuparono Modena bom–

bardandone la cittadella, che, in breve, si arrese. Il 16 luglio capito–

lava anche Mirandola.

Tali insuccessi tolsero al vincitore di Bitonto ogni ardimento,

tantochè, invece di affrontare l'esercito Austro-Sardo, si ritirò a gran

passi a Rimini, e di qui incalzato alle spalle, riparò a Foligno.

Per tal modo un fiorente esercito, senza aver combattuto, fuggiva,

per viltà del suo capitano, di fronte a forze molto minori delle sue.

Intanto la flotta inglese del Mediterraneo, comandata dall'Ammi–

raglio Mathews, entrava con 8 vascelli nel porto di Napoli e costrin–

geva con la minaccia di bombardamento Carlo

III

a richiamare le

truppe napoletane dall'esercito del Montemar.

.

In questo tempo giungeva a Carlo Emanuele III la notizia che

Don Filippo aveva invaso la ,Savoia con le truppe raccolte in Pro–

venza, e che tutto il paese era stato occupato, tranne il .castello di

Miolans, presidiato da scarse milizie. Lasciati 12 battaglioni e 4 reg–

gimenti di cavalleria a guardia del Modenese, il Principe accorre

celermente a Torino, e di qui, contro il parere dell'Ormea e 'dei più

autorevoli uomini di guerra, il 30 settembre, varcò le Alpi.

La Savoia venne in breve rioccupata; ma per poco. Non tardarono

a farsi sentire i disagi della cattiva stagione: piogge dirotte, freddi

intensi, cui si aggiunsero malattie e diserzioni, favorite dalla natura

alpestre de' luoghi.