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Capitolo VII.

ai paterni diritti sulla Corona imperiale, promettendo il suo voto allo

sposo di Maria Teresa che era incoronato Imperatore a Franco–

forte (4 ottobre).

Miglior fortuna ebbe la Francia nelle Fiandre, poichè, gli eserciti

guidati dal maresciallo Maurizio di Sassonia, vincevano gli Anglo–

Olandesi a Fontenoy (14 maggio 1745), gli Austriaci a Rocoux (14 ot–

tobre 1746) e una terza volta gli alleati a

Lawfeld

(2 luglio .1747)

conquistando quasi tutto il Belgio. Però il tentativo di mettere sul

trono

i

nglese Carlo Edoardo, figlio di Giacomo III Stuart, fallì, e

Carlo Edoardo dopo un effimero successo nella Scozia fu compiu–

tamente disfatto a Culloden (27 aprile 1746).

5. - In Italia, al solito, il peso maggiore della guerra si riversava

su Casa Savoia. Carlo Emanuele III, allo scoppiare delle ostilità in

Germania, stette alquanto incerto sul da farsi. Francia e Austria gli

a vevano fatto proposte vaghe di alleanza, ma egli le aveva e le une

e le altre respinte. Unendosi ai Borboni, egli pensava, correva il

rischio di aumentarne la potenza in Italia al nord e al sud e d'es–

serne in seguito dominato; alleandosi a Maria Teresa, che non poteva

subito aiutarlo, si esponeva al pericolo di essere oppresso dai suoi

n emici e perdere ogni speranza di acquistare il '"Milanese.

Il Marchese d'Ormea,

il

più grande forse degli statisti piemontesi,

prima di Camillo Cavour, sosteneva nei consigli della Corona esser

funesta un'alleanza con i Franco-Ispani e non doversi questo partito

abbracciare se non quando ogni via di salute fosse chiusa.

Consigliava si aprissero trattative con tutti, senza però accogliere

o respingere proposte ed offerte da qualunque parte venissero. Sol–

tanto si doveva guardare con fiducia e simpatia l'Inghilterra, alla

quale era lecito aprire lealmente i più riposti desideri del Re.

La diplomazia inglese dal canto suo prometteva al Piemonte di

sostenerne i diritti e favorirne le aspirazioni, offrendo nello stesso

tempo sussidio di danaro, e quando fosse stato necessario, l'aiuto

della sua .fl otta.

L'Austria per verità non faceva grandi offerte: prometteva il Vige–

vanasco e la cessione dei diritti imperiali sul Marchesato di Finale.

Il Piemonte non poteva esser soddisfatto di tali offerte, troppo

s carso compenso ai diritti antichi misconosciuti e ai rischi ' della

guerra; e queste sue rimostranze presentava cortesemente al

Governo

britannico, il quale, prometteva d'interporre i suoi buoni uffici per

ottenere anche

il

Pavese e la contea d'Anghiera.