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Capitolo VII.

stremati dalle perdite subite in battaglia, dalle malattie e dalle

diserzioni.

Mentre così gli Austriaci pagavano

il

fio, per bramosia di con–

quista, di essersi voluti staccare dai Piemontesi, i Gallo-Ispani ave–

vano posto assedio a Cuneo

«

la fatata e la fatale' a Francia

»

come già l'aveva detta

il

Brantòme,

Comandava la fortezza

'l baron. Leuirun, bon barbet e bon cristian,

e miglior soldato (fig. 116). Sindaco della città era Pasquale d'Illonza,

e Comandanti delle compagnie cittadine il Taricchi di Stroppo, il '

Conte Gualtieri, il Barone Canale,

il

Conte Della Riva figlio, Margaria,

Ghigo. :

Borghier, Donaudi e Giobergia.

Il corpo d'operazione francese si collocò alla Madonna dell'Olmo;

Conti, alla Madonna ,degli Angeli; Las Minas a S. Rocco; grosse

guardie a Boves e a Peveragno; otto

brigate

di fanteria, due reggi–

menti di dragoni' e due di cavalleria con grandi' artiglierie fra

il

Gesso e la Stura.

Le poche' milizie di Cuneo, circa 400 uomini, cominciarono a fare

frequenti sortite per disturbare i lavori d'approccio, mentre le popo–

lazioni 'circostanti, dalle vette scoscese, dai remoti villaggi scende–

vano a stormi, e armate di armi rusticane, attendevano i convogli,

li

depredavano, ne uccidevano le guardie, facevano imboscate ai

foraggeri trucidandoli senza pietà.

_

Nella stessa guisali ricambiavano Francesi e Spagnoli, che quanti

armati coglievano, altrettanti ne uccidevano, devastando e incendiando

i villaggi che ' rifiutavano i viveri e le taglie di guerra.

Eroica resistenza oppose Dronero alle angherie e alle esorbitanti

pretese degli invasori. Questi avevano multata la terra di un'enorme

contribuzione in danaro; ma gli abitanti murarono le porte del paese',

sbarrarono le vie, e scavarono 'passaggi sotterranei, per poter cogliere

il nemico alle spalle, e riuscirono a sfuggire all'esosa imposizione,

che

li

avrebbe impoveriti.

Dronero per l'eroica sua condotta ebbe poi dal Re

il

titolo di

città.

Ma non ostante tanto valore,

il

nemico più forte di numero si

stringeva sempre più vicino a Cuneo, e già

il

mattino del 16 set–

tembre, ben 27 bocche da fuoco cominciavano il bombardamento:

In una sola notte furono lanciati sulla città 130 grossi proiettili,

Da quel giorno fino al 25 di settembre fu un grandinar continuo

di bombe e di granate, che dovunque cadevano, recavano rovine e

incendi. Ai 25 di settembre cadde una pioggia torrenziale che dette

modo agli assediati di riparare a qualche danno e fortificare le