

I regni di Carlo Emanuele III e di Vittorio Amedeo III
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Le
distinte prove, della fedeli ssima nostra Cuneo n ell'or passata
gloriosa ' difesa dell 'assedio dei Gallo-Ispani, altro non sono
-
scrisse
lo stesso Re alla Città -
che una continuazione delle ' ragguardevoli
testimonianze che in altri riscontri .d'assedi , sempre con fortezza d'animo
sostenuti da prodi cittadini, ella died e d'un coraggio risoluto e magna–
nimo, di padri senza interruzione tramandato ne' figli, col quale ha
in ogni lenupo efficacemente resistito ai nemici
» .
Cosiffatto eroismo meritava che alla parola encomias tica del
Sovrano seguissero gli atti della sua ricono scenza: nè que sti si fecero
aspettare, poichè .Carlo Emanuele onorò di privilegi ed esenzioni
l'eroica città, e i cittadini più bisognosi generosamente gratificò. Al
barone Leutrun, in premio della sua avvedutezza di capitano e del
suo . valore di soldato, conferì onorificenze e pensioni, e lo elesse
Governatore della Città che egli aveva valoro samente difesa .
.Questo prode soldato tedesco, divenuto piemontese per elezione,
restò poi sempre il prediletto fra gli eroi della storia e della leg–
genda cuneese nel cuore del popolo , che lo celebrò nei suoi canti
come l'immagine del valore e della cortes ia.
« Nelle lunghe veglie invernali - scrive Tancredi Galimberti -–
«
o nelle liete pose della mietitura, quando
più
l'anima si spande
«
nella riposata calma del lavoro, sull e labbra delle nonne, come un
«
sorriso del buon tempo antico, ritorna ancora la canzone, che alla
< .
morte dell'eroe di Cuneo tutto un popolo cantava» (1).
An drint Turin a
I'
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dij cunt
A
r
è dij cunt e de le daime
E
de le daime e dij barun
Pianzo la mort d'barun Litrun.
« Invano
il
Re, a.ccorso al suo letto di morte, lo invita a far si
«
coraggio. Alla morte che passa per la bre ccia degli anni ,
il
soldato
« sorride come nei giorni, che le andava incontro qua si a vaga
«
fanciulla.
«
Invano
il
Re lo ' prega di far si battezzare dall'Arcivescovo di
«
Torino; credente nella rigida religione del dovere, egli non conosce
«
apostasia, e semplicemente risponde: O
bon barbei, o bon cristian ;
« una cosa o l'altra, ma tutte e due insieme no, neppure per gradire
«
all'amato suo Re.
(1) Sulla tomba del Leutrun, morto in Cuneo
il
16 maggio del 1755, doveva
porsi, o fu posta veramente, l'i scri zion e riportata dal Claretta, ma di essa nel
tempio valdese del Chiabasso non vi è' vesti gio alcuno.
31 - BRAGAGNOLO
e
BETTAZZI,
Torino nella storia del Piemonte e d'I talia,
vol. II.