

I regni di Carlo Emanuele III e di Vittorio Amedeo III
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dispersi nel pre sidiar fortezze , furono cos trett i a ritirarsi su Piacenza,
dove, ai 16 eli giugno, .investiti dagli Imp er iali, che milit avano agli
ordini del Principe Lichtenstein , patirono una grande disfatta.
Ne fu dol ente Ferdinando VI, nuo vo Re di Spagna, e volle che
buona parte delle sue milizie abb andonassero l'Italia per fai' ritorno
in patr ia, mentre i Francesi sgomberavano il Genovesato, espo nendo
così la
Superba
alle vendette dei vincitori. 11 Marchese Botta Adorno,
che aveva sostituito
il
Lichtenst ein nel comando, inseguendo il nemico,
giunse il 5 sette mbre a S. Pi er d'Arena.
Si recaron o to sto da lui i deputati di Genova per negoziare con
lui i patti della resa. Gli ramm entarono esse r lui genovese di natali ;
non volesse ridurre in rovina la patria.
Rispo se non esser genovese, ma tedesco, dal giorno in cu i suo
padre era stato condannato a morte e gli avevano confiscato i beni
e distrutta la casa ; dis se spett are a lui, vincitore, il diritto di dett are
i
patti della resa, e obbli go dei vinti accettarli. Dopodich é richiese
la consegna di una delle porte della città, dichiarò prigioni era la
guarn igione, pretese che gli si des sero ostaggi, ed impose una con–
tribuzi òne
di guerra di tre milioni di genovine, pari a nove milioni
di franchi , da pagarsi in tre l'ate, cioè la prima subito, la seconda
nello spazio di otto giorn i, e l'ultima entro il limit e di quindi ci
giorni, sott o pena, nel cas o di man cato pagamento, di esporre la
città a ferro, fuoco e sacchegg io.
Piegarono i vinti dinanzi . alla dura necessità del momento, e
pagarono la prima e la seconda rata; ma come corrispondere la
terza
~
Essendo ormai vuote le cass e del pubblico era rio, si dovette
ricorrere ai capitali dei privati cittadi ni, che stavano depositati nel
Banco di S. Giorgio . .
Non è a dire come la città, ferita nel suo decoro e nei suoi inte–
ressi , fremesse di sde gno e sospirasse l'occasione di levarsi in armi
alla riscossa.
. Divisarono frattanto gli Alleati d'invader la Provenza, e
il
15 no–
vembre col Generale Browne si misero in marcia. Valicato
il
Varo ,
e giunti presso Antibo ,
il
Comandante della spedizione richie se al
Generalissimo Austriaco 30 cannoni, 6 gross i mortai, per far cadere
la piazza. Il Botta glieli mandò, pensando che per la difesa di Genova
potevano servire i cannoni, che munivano
il
porto.
Or avvenne che, mentre gli Austriaci tra scinavano un mortaio
attraverso il popoloso quartiere di porta Portoria, la st rada pel
soverchio carico sprofondò. I soldati austriaci, non riuscendo a trar