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Capitolò VII.

al suo fianco il

J)'

Arnault e altri ufficiali. Nuove truppe incalzano e

passano sopra i caduti ; il Belle-Isle

SI

pr ecipita avanti con grande

coraggio, e muore alla testa dei suoi. Intanto la colonna Villemur,

tenutasi coperta nell e anfrattuosità del terreno, assalta con furor e i

nostri dall 'altra parte. La lotta non è meno gagliarda e feroce. Son

già le sette e la polvere comincia a man care: Allora il Bri cherasio

chiama in rinforzo l'Al ciati, ordinando al Martin engo di tener fermo

e al S. Sebastiano di continuar da solo o di ripiegare ver so Cerano.

Ques ti, che ha ri cevuto dal Colla redo qualche soccorso opportuno

«

in fac cia al nemico

--'-

risponde -

non possiamo volger le spalle

»,

e continua la lotta. Si fa buio, e il Villemur, visto impo ssibil e sfor–

zar e il passo, suona a ra ccolt a e inizia la ritirata, molestato dai

nostri, finchè la notte sospende l'orrend a carne ficina.

o

dell 'Ass iett a avvent uroso colle

Dond e fur tante forze oppresse e dome ;

Qual 'altro in mezzo all' Alpi Cottie estolle

Or di te al par chia re l'arboree chiome?

Così il poeta celebra ndo l'ep ica battaglia, che cos tò compless iva–

mente ai Francesi 4533 soldati, 94 ufficiali morti (fra i quali 2 Gene–

rali, 5 Brigadi eri,9 Colonnelli), e 337 feriti, e ai Pi emontesi solo 400

fra mor ti e feriti.

Il merito principale della vittoria spetta senza dubbio al Conte

di Br icherasio (fig. 118), che dette tutte le disposizioni necessarie e

sos tenne impavido l'urto della colon na Villemu r.

Uno scritto re del tempo, non sempre però degno di fede, il Malines,

nelle sue

«

:Memor ie

»

attribuisce il merito della vitto ria al S. Seba–

stiano, segnata mente col non avere egli obb edito agli ordini del

comando supremo. Aggiun ge quello sto rico, ed altri dopo di lui rip e–

.terono, che

il

S. Sebastiano ebbe per ciò a soffrire persecuzioni e

dispetti. Recenti studi dimo strano che non ci fu nè disobbedienza,

nè danni conseguenti (1).

(1) L'Alciat l, chiamato a sosteg no del Brichera sio, aveva dato per iscriLto

l' ordine al S. Sebastiano non già di ritirar si, ma

de

1Ie

penser qu' à ménager sa

retraite.se

l' avesse cre duto. L'intelli gente ufficiale giudicò di poter resistère e resi–

stette vìt torl osamente. Non disubbidienz a dunque, ma esatt a valutazione dell e

cose. In ventato il rifiuto d'obbedie nza, fu facile venire al ran core del superiore e

dal ran cor e alla persecuzione. Non far emo colpa al De-Amicis, se facendo eco ad

alcuni storici completa la figura dall'e roe romantico dicendo

«

che nessuno gli

perdonava du e colpe, que lla di ave r fatto di più e meglio del suo Genera le e

quello di esser figlio della mogli e morgan ati ca di Vitto rio Amedeo

l'.