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però, che eccettuatone l'allineamento c l'uguaglianza dell'altezza

IVI

prescritti, potrà ciascuno fabbricare a suo piacimento (1).

Torino sotto çarlo Emanuele

II. .

I Francesi che occuparono Torino dal

1807

al

1814

abbatte–

rono le mura, lasciando in piedi solo il bastione che sosteneva

il giardino reale ed il baluardo che circondava la città da levante

a mezzodì. Ma i lavori di spiunarnento furono continuati sotto

il regno di Vittorio Emanuele I,

il

che permise di formare tut–

t'intorno alla città i larghi e ombrosi viali, che, come ben dice

il Cibrario, sono, non meno dei portici, una prerogativa della

sola Torino

(1818),

Durante il regno di Carlo Felice sorse la

grandiosa piazza Vittorio Emanuele I; a mezzodì si aggiunsero

i due nuovi isolati della via di Porta Nuova (ora via Roma), si

formò così la piazza Carlo Felice

p,

si cominciarono i primi iso–

lati dell'attuale corso Vittorio Emanuele II. Al regno di Carlo

Alberto si deve un nuovo ingrandimento della città, essendosi

allora costruito il così detto Borgo Nuovo nell'angolo compreso .

fra il Po e il corso Vittorio Emanuele II (2).

(I)

Prov vedimenti ediliz i /566-1892,

Torino,

1893,

p.

21.

(~)

Cibrario

L.,

Storia di Torino,

Torino,

18~6,

VoI. Il, p. 34·43. Cfr.

anche il lavoretto scolastico della. signorina

L.

FusANI,

La città di Torino

e

i

suoi successivi inqrandimenti

in

L'opinione geografica

diretta dal

Prot. Pietro Sensini, Firenze, 1905,

N.

1, p. 3·\-). Colgo l'occasione per rin–

graziare la prof. Fusani che mi volle cortesemente concedere l'uso delle

incisioni, che illustrano il lavoro sopraeitato. Altre incisioni mi furono

favorite dalla benemerita. associazione

«

Pro Torino " che qui ringrazio.

- Sullo sviluppo di Tor ino nei primi anni del regno di Vittorio Ema–

nuele II, cfr, CAsALrs,

Dizionario geogl'afico degli stati Sardi,

vol.

I,