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La costruzione o meglio l'architettura di una città, dice lo

Hassert,

è

un risultato della storia e della sua posizione geogra–

fica, della sua antichità, della sua grandezza e dell'indole degli

abitanti; e nel suo aspetto esteriore una citt à porta impresse le

caratteristiche di una regione presa nel suo complesso (1). Volendo

in poche parole definire la città di Torino, per ciò che riguarda

la sua pianta e la sua architettura, noi diremo che essa

è

una

città di pianura avente per nocciolo la pianta quasi geometrica

di una colonia romana ingranditasi solo · nell'epoca moderna.

Essa, quindi , non ha trovato nell'estendersi serie difficoltà, tanto

più che i fiumi tra i quali si trova, e specialmente la Dora, non

sono molto grandi. Verso sud -est alle difficoltà presentate dal

Po si aggiungono quelle delle colline, e da questa parte la città

si estende piuttosto lentamente e più che altro sotto forma di

villini. Neppure molto rapido

è

stato l'accrescimento dell'abitato

di Torino verso nord-est a causa dell'avallamento presentato

dalla Dora:

è

questo il punto più basso della città, come altrove

ho accennato, e

la

regione della Dura

è

divenuta, ora,

il

centro

della grande industria torinese, la quale trova nelle acque del

fiume e dei canali da esso derivati un elemento necessario per

la propria sussistenza.

La moderna Torino si sviluppò e si va sviluppando verso

sud-ovest e verso ovest, tend endc da una parte ad unirsi a

Rivoli e dall'altra a

Moncalieri,

L'accrescimento verso la barriera

di Nizza, tra il Po e la ferrovia, ha preceduto quello verso la

barriera di Fran cia, specialmente per la vicinanza delle ferrovie

di Genova e Savona, ed anch e per l'amenità del luogo. Le ultime

cost ruzioni fuori della barriera di Nizza distano ora ·oltre 4000

metri dal cent ro della città (piazza Castello) : c per quest o si

è

iniziato uu notevole sviluppo della città verso ovest, essendo nota

p.

236

della voce

Torino,

BOGGl O

C.,

Gli architetti Carlo ed Am edeo Castel–

lamonte e

lo

sviluppo ediliz io di Tori no nel Sec. X V

II,

Torino 1896. Carlo

Castellamonte si occupò specialmente di costr uzioni militari;

il

suo figlio

Amedeo ebbe invece una parte not evole nello sviluppo edilizio di Torino

nel sec.

XVII

(chiesa di S. Sal vari o, Palazzo Reale, Piazza S. Carlo, ecc.).

( l) K.

H ASSERT,

Die

suuue,

p.

93.