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la tendenza in tutte le città a mantenere la forma circolare (l).

A dire il vero lo sviluppo dalla città da questa l'arte fu non poco

ostacolato dal raccordo della ferrovia di Milano con quella di

Genova, che rende in qualche punto non facili le comunicazioni.

Per ciò che riguarda i materiali con cui è costruita,

Torino si deve dire una città di mattoni. Non mancano nei

letti della Dora e della Stura le pietre,

mu

queste per la loro

forma tondeggiante non si prestano a solide costruzioni. Ancho

la Porta Palatina, l'unico monumento romano un po' notevole

che esista nella nostra città, è costruita con mattoni, donde si

può dedurre che, fin dalla più remota antichità, questi sono stati

la base dell'edilizia torinese. Rese più comode e facili le comu–

nicazioni il granito ed altre pietre da costruzione cominciarono

ad essere usate in Torino, ma sempre in via eccezionale per

facciate di chiese o palazzi monumentali e per i basamenti delle

case. Nella costruzione dei portici nelle vie moderne prevalgono

. ora le colonne di granito; ma nei secoli scorsi si usarono esclu–

sivamente mattoni {piazza Castello, via Poi.

È

inutile dire che

ai materiali edilizi usati si deve in gran parte se Torino non si

può dire una città monumentale, quantunque non manchino

grandi edifici in mattoni di bella e severa apparenza, come i

quartieri militari che sono al termine di via del Carmine (arch.

Juvara, 1716), il palazzo dell'Accademia delle scienze, già collegio

dei Nobili, costruito dai Gesuiti su disegno del P. Guarino Gua–

rini nella seconda metà del secolo

XVII,

il vicino palazzo Cari–

gnano ecc. Tutti questi edifici, però, a causa del colore oscuro

assunto dai materiali con cui sono costruiti, malgrado gli sforzi

fatti dagli architetti per rompere l'uniformità delle lin ee con

(1) Il Kohl dimostra che la città dovrebbe assumere la figura di una

pianta (con una ramificazione a forma di sfera in alto ed ai lati e con una

ramificazione sotterranea a mo' di radici) se l'innalzamento verticale e

l'estensione al disotto delle st rade non presentassero ben presto resistenze

maggiori di quelle che si incontrano nelle spese di trasporto, quando si

estendano gli stanziamenti in senso orizzontale e superficiale.

«

La forma

dell'estendimento, dice poi lo SchaetIlc

(Op.

cit.,

Il, p.

133),

anche nelle

città rimane pur sempre la forma circolare, quella che

è

prefissa come

forma fondamentale di tutto il corpo sociale

» ,

Conviene però osservare

che i progressi della tecnica, facilitando in mille modi le comunicazioni

fra le diverse parti della città, permettono" che questa si allontani, più

spesso che nel passato, dalla forma circolai'e.