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degli allievi che si consideravano come espu lsi e ch e perciò non .
si recarono altrimenti all e scuole
nè
ag li studi , ma vociferando
si t ra tte nnero nel cor tile profferendo parole minacciose ad ogni
indirizz o ed eccitand osi sempre più. La ser a dopo la cena, pre–
cipita ndosi nel corridoio dell e celle e rompendo ch iavistelli, can –
celli e porte, riu scirono a liberare quelli dei loro compagni che
erano stati portati in pun izione e proclamarono come motto di "
quella loro rivolta
il
«
Tutti
o
nessuno !
»,
espulsi dall'Accademia
tut ti o nessun o. L'ind omani, 23, sebbene i puniti fossero stati
ri presi e condotti nella Cittadella , gli schiamazzi continuarono,
cosìcchè
a scanso di maggiori guai, furono collocate nel cortile
due compagnie di fanteria armate e una compagnia di bersa–
glier i disarmata. Gli animi dei giovani er ansi andati grado a
gr ado sempre
più
esa ltando,
nè
l'inter vento di antichi allievi, di
ufIi ciali di grado eleva to, dei professori e degli ufficiali dell'Ac–
ca demia valeva a ri condurre neppure la calma ester iore.
Il mini stro dell a guer r a nomin ava d'urgenza comandante ge–
nerale prov visor io dell'Accademia
il
colonnello d'arti glieria
Ignazio De Genova di Pettinengo e questi all e 7 di sera dello
stesso giorno 23 si r ecava \ in Accad emia. Fatti r iunire, senza
suono di tamburo, gli allievi, rivolse loro poche parole e fece
chiama re alcuni altri alli evi indicati come
pi ù
colpevoli, che
fatti salire in car rozza alla porta dell'Accademi a, fur ono con"
dot t i nelle celle del quartiere di cav all eria. Fatti poi salire gli
alliev i nel refettori o, vi si r ecò e rivolgendo
il
discor so a cia scun
di essi, e ri cordando a questo la famiglia, a quello i suoi buon i
precedenti, riuscì a scuotere un po' gli animi. La resi stenza
diminuiva perch è si era assotti gliato
il
numero degli alli evi e
per chè subentr av a un po' di stanche zza, ma non cessava com–
pletamente. Le grida si elevavano ancor a l'indomani , ma in parte
alme no si ripristin ava l' ordine ester iore . Il Consiglio di disciplina,
riunito in quel giorn o, considerando « che nei fatti avvenuti le
ca use occasionali non furon o ch e
il
pretesto, mentre le vere
cau se si riconoscon o nei principi d'indisciplina radicati nelle
abitudini degli alli evi, i di cui sintomi si andavano da gran
tempo manifest ando ogni qual volt a era emanato un ordine con–
t rar io alle loro v iste; che t utti i mezzi disciplinari e di persua–
sione erano esa ur iti e che ogni provvedimento conciliativo non