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L'll novembre
1766
il
cav. Emanuele Ignazio di Campilione
dei conti di Luserna, che dal
31
dicembre
1753,
come s'è visto,
era stato Governatore in
2"
fino al
lO
gennaio
1758,
fu nomi–
nato dal Re Governatore dell'Accademia e tre anni dopo egli
faceva
(l°
novembre
1769)
pubblicare per le stampe, in italiano
col ·francese a fianco, un nuovo Regolamento che poco muta
alle disposizioni del precedente. «L'educazione della gioventù
»,
dice anzitutto. «e soprattutto di quella che la nascita distingue
« dal comune è sempre stata uno dei più fermi appoggi della
«religione e degli Stati. Convinti di questa verità noi non sa–
«premmo più vivamente riconoscere l'onore che
il
Re ci ha
«fatto affidandoci
il
governo della sua Accademia che adope–
«
randoci con zelo e senza posa a secondare la saggezza delle
« sue vedute con una costante applicazione nel coltivare i nostri
«allievi nel modo più conveniente alla loro éondizione, all'a–
«spettativa dei loro parenti e alla speranza della patria ». Le
generalità
circa le condizioni d'ammessìone,
l'età
degli aspiranti,
il
riparto in appartamenti, ecc., sono identiche a quelle del
1754,
e solo fra i superiori primari è aggiunto un sotto-priore.
È
pur identico
il
programma per gli allievi del primo apparta–
mento, che, in prima linea, attenderanno « all'acquisto delle arti
cavalleresche» fra le quali è annoverata l'architettura militare,
e che
«
avranno
il
comodo di coltivare lo spirito con qualche
studio di lingua, grammatica, aritmetica, fortificazioni, geogra–
fia, storia ed altre simili scienze ».
Nè
diverso è
il
trattamento
di alloggio, di vitto e la spesa, salvo che, accentuando
il
carat–
tere di
albergo
che sembrava divenuto quello dell'Accademia,
si ammette .che l'accademista possa avere con
sè
un
compagno
di viaggio,
pel quale la pensione è parimenti di lire 900 annue.
Un qualché maggior rigore sembra volersi introdurre nella di–
sciplina
poìchè
vi è detto che
«
a seconda dei
R.
comandamenti
«
si prenderà la strada della dolcezza per correggere gli allievi,
«ma che si ha l'autorità per adoperare l'efficacia delle corre–
«
zlonì e i castighi proporzionati, ove l'amor della virtù non
« faccia le regole debitamente rispettare », si raccomanda che
«nulla si faccia che disconvenga a cavalieri cristiani », si sta–
bilisce che, salvo eccezioni, non si possa uscire se nori nei giorni
di festa e di vacanza e ciò
«
per andare a Corte e per frequen-