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fece che « a più equi patti fosse ristabilito nei dritti innati dei
primi appartamentisti dell'Accademia »; ed allora egli potè anche
«
traboccare in ogni sor ta di spesa» giungendo a possedere perfino
otto cavalli ad un tempo e cercando di «sover chiare alcuni di
quegli inglesi suoi compagni che spendevano assai » e così pas–
sando « in ozio e dissipazione continua gli ultimi diciotto mesi
che stette nel primo appartamento. Nel maggio 1766 egli fu
compreso in una numer osa promozione di ufficiali e fu nominato
porta-insegna nel r eggimento provinciale d'Asti. Lasciò, scr ive,
mal volentieri l'Accademia dove era rimasto ott'anni e dove negli
ultimi anni s'era trovato benissimo. Evidentemente non era
il
distaccarsi da profondi e severi studi che gli dava motivo di
rimpianto in quel momento ma l'int errompere quella spensierata
vita che aveva vissuto abitando là dentro.
Ma affermare che tutto si passasse nell'Accademia sempre e
solo nel modo che ci
vìen
descritto dall'Alfieri sarebbe peraltro
eccessivo e che essa, almeno relativamente ai tempi ed alla classe
sociale dalla quale provenivano i suoi allievi, rappresentasse un
luogo di educazione dal quale non fosser o banditi tutti gli
ìnse- .
gnamenti,
n~
è prova
il
vedere in essa allevati molti giovani della
nobiltà piemontese che poi occuparono altissime cariche, e ne può
esser e indizio il fatto delle
esercitazioni
annuali, molto simili ai
saggi scolastici rimasti in uso nella prima metà di questo secolo
e fiorenti specialmente nelle scuole tenute da PP. Gesuiti, che si
facevano dagli allievi in presenza di qualche alto personaggio e
con grande solennità. Nel 1759 e nei due anni susseguenti eb–
bero luogo, ad esempio, delle
esercitazioni
(orali) sulla fortifica–
zione r egolare ed irregolare, sull'attacco e difesa delle piazze,
sulla castrametazione e sui diversi metodi di fortificazione, alle
quali intervenn e
il
Duca di Savoia; ma era no, si può. con suffi–
cient e sicurezza affermarlo, saggi di memoria e rappresent azioni,
nelle quali le parti era no state precedentemente assegnate (1).
(1) Gli elenchi deg li accademisti che
ragionavano
sulla materi a sono sta mpati un ita–
mente al testo delle lezioni di architettura militare fatt e in Accademia dal prof. Mi–
chelotti, insegnante di matematiche all'U niversità , e
il
libro
il
dagli allievi dedicato
con un'a mpollosa pr efazione allo stesso Duca di Savoia. Fra i detti allievi
SOIlO
nomi–
na tì i seguenti : eonte Cassino di Mir indolo, cav. Lovera di Maria, cav. Borro dei mar–
chesi di
S.
Car lo, cav. Genna di Coeonato, barone Federieo Chollet du Bourget, cava–
liere Pes dei ma rehesi di Villamarina, cav. de Hall ot de Hayes, marehese Pagliaeeio
della Pl anargia, ecc.