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aspirazioni nazionali. Ogni accenno a sentimenti d'italianità t rova
in questo periodo di tempo precluso ogni varco per penetrare
in Accademia. Tutt'al più si salva a ta l r iguardo la lingua.
L'uso della lingua ita liana, per quanto da lla Regola fosse ' pre–
scritto
tanto nelle scuole quanto nei colloqui famigliari,
non
riu sciva,
è
vero, ad imporsi, ma
il
comandante non tralasciava
di l'accomandarlo come
«
quello della lingua che
è
veramente
nostra propria» e sulla considerazione che
«
dalla pratica di
usarla nascerà la molto maggiore facilità di esprimere i propri
concetti e gran minorazione di fatica nella comp ilazione degli
scr itti.» - Del re to - n è di ciò può certo essere fatto ap–
punto al Saluzzo - gli allievi venivano educati ad essere de–
voti al proprio Re, a ser virlo con onore e lealtà, a ricordare
sempre le glorie. delle armi piemontesi ed a rendersi capac i di
continuarle. Sé essi nei loro studi udivano evoca re le glor ie di
una patria
più
gra nde e potevano udir quas i l'eco della sua
voce lontana, la loro qualità principale di soldat i non permetteva
che penetras e nell'animo loro un sentimento, un pens iero che
non fosse confor me a quello del
101'0
capo, del
10 1'0
Re ( I).
Delle qualità morali generali
pu ò
dirs i che pr ima di ogni
altra fosse cura del aluzzo d'inculcare nei suoi allievi la ve–
racità,
fondament o
della schiettezza e della lealtà.
«
La bugia,
eflet to
di
viltà
d'animo, vizio
perci ò
sopra tutti brutto e dìsdì–
cevole, non ha mai
alllznat o
fra i c ìovanl dell'Accademia» r i–
pet ' va ec li e empre qualificava la menzogna di « atto vile,
fall o sconcio e ìndecn o di onesti c ìovanì
»
e se avveniva che
(I) Non sa ri. 1\lOri luogo trasc rivere qu i la formola del giuramento che pronunzla–
vano alloru
~li
utllciali nuov i pr omossl :
.. l o .'. ...
~iuro
sole nneme nte d'esser e fedele a Dio ed alla
~Iaestà
del R e Ca rlo Fe–
lice
nostro
i~nore
e
di
Lui successo ri legittimi, di
servìrla
con onore e lealtà, di sa–
c rifica re anche Il miei beni e la mia vila per la difesa dell a sua R ea l Per sona e pel
sostegno
dell a sua Corona
l'
della
plenn
sua
a utorità sovrana,
anche
contro
i
suoi
pro–
l''i sudditi, che tentassero di sovve rti re l'o rdi ne del Gove rno.
.. Giu ro pa rimenti rli
11011
abbandona re mai n è cede re le nostre insegne ed
il
posto
che
mi verrà dai miei superiori atlidato, d'ubbidire ai Generali, ed altri miei superiori
cl"
S_
~1.
nominati, d'ouurnrti, difende r-li e d'esegulre ogni loro ordine in tutto
ciò
che
concerne
il
U·
servizio ; J,;'inro di non
aver
ca rteggio od intelligenza diretta od indiretta
co n PotCIIZl-
straniere,
di
non
accettare
dalle
medesime doni, pensioni
o
distinzioni
qualun qu e senz n lleenzu (li
S. M.,
e di
cci
'H-a re i mie i figliuoli iII qu esti leali senti–
menti.
" Giuro infine di non ap partene re a
ness una
setta o società proscritta dal Governo
di
,
M., di
non
asc rtvermìvl
in avvenire e di
svelarne l'esistenza se
ne fossi infor–
mat o, Così
Dio m'aiuti. "