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popoli, le risse, gli scandali, ma si moltiplicarono a dismi–
. sura quando sul cadere del' 'secolo xv si diffuse la lue
venerea con un grado spaventevole d'intensità, e molli da
quella percossi furono creduti tocchi dalla lebbra.
In Francia i lebbrosi non avevano dappertutto uguale
trattamento. Alcuni, scrive il Cibrario
(150),
erano rinchiusi
nelle "case di S. Lazzaro, servite. per lo più da altr e reli–
gioni, che dai
nostI'~
cavalieri. La maggior parte stava alle.
porte della
città
e viveva in capannuccie appartate, che dopo
la loro' morte erano arse con ogni roba che entro vi si rin–
venisse; ma non era loro vietato d'andar vagando per le
campagne. Onde nel 1521 potè nascere e pigliar 'radice la
voce o vera. o fal a che
i
lebbre i aves ero avvelenato in
varii luoghi le acque per estinguere ogni vivente che leh–
broso non fo sse, cosicchè riman endo soli i lebbrosi al mondo
potessero 'partirselo
~
loro piacimento ed essere alla loro
volta conti e 'baroni. Nella quale accusa v'ebbe forse qual–
che part e .di vero in- alcun luogo di Francia, ma si può
credere che molte centinaia di .lebprosi, i quali furono dali
crudelmente alle fiamme, fossero scevri affatto di colpa, e
che la congiura dci lehbrosi fosse come la fa vola degli av–
velenatori e degli unt ori in tempo di peste.
L'ordin e frattant o di S. Lazzaro, nonostant e il numero
grandissimo delle case, degli o pedali, delle chiese che pos–
sedeva
(I?!),
degli insigni pr ivilegi di cui era tato ricolmo
dai sommi pontefici, e egnalamcnte da Giovanni XXIf, che
nell'anno 1518 lo esimeva dalla giuri dizione dei vescov i
e lo costituiva immediatamente oggetto alla anta sede,
andava via via .decadendo non
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per le cause che ab–
biamo già notate , ma eziandio per le conte e in
oite
tra
cavalieri e potenti .baroni e. tran ci all'ordine onde conse–
guirn e il gran magi tero.